AMERICA/CILE - Durante i disordini assalita anche la Cattedrale di Valparaiso: per i Vescovi occorre uno sforzo congiunto

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Durante i disordini assalita anche la Cattedrale di Valparaiso: per i Vescovi occorre uno sforzo congiunto

Santiago (Agenzia Fides) – I Vescovi del Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile hanno espresso preoccupazione per gli eventi verificatisi negli ultimi giorni a Santiago e in altre città, che hanno costretto il governo a decretare lo stato di emergenza nella capitale. A Valparaiso un gruppo di manifestanti ha preso di mira la Cattedrale, che ha riportato gravi danni. I vandali hanno cercato di dare fuoco alle grandi porte di legno e, dopo essere entrati, hanno distrutto i banchi e diverse immagini sacre, gridando slogan allusivi agli scandali sessuali della Chiesa. Le manifestazioni sono esplose per l'aumento del costo del biglietto del servizio pubblico di trasporto.
Descrivendo gli eventi con la massima severità, i Vescovi affermano che "è dovere di tutti fare uno sforzo congiunto - specialmente autorità e leader sociali - per scoprire le cause e seguire le strade della soluzione, che non avverrà senza la partecipazione della maggioranza".
Aggiungono che gli "eventi dolorosi e traumatici sono un invito urgente a continuare a creare una cultura di incontro e comprensione, in grado di ascoltare e provare empatia con le sofferenze e i disagi quotidiani della società cilena per ciò che riguarda il lavoro, la salute, la sicurezza dei cittadini, la pubblica istruzione, gli alloggi, le pensioni, la povertà e le sfide umanitarie dell'immigrazione, tra gli altri".
Nel testo, giunto all’Agenzia Fides, i Vescovi sottolineano che “il primo obbligo di tutti coloro che esercitano qualsiasi tipo di leadership nel paese è comprendere il profondo malessere delle persone e delle famiglie che sono colpite da disuguaglianze ingiuste, da decisioni arbitrarie che li riguardano nella loro vita quotidiana e da pratiche quotidiane che considerano abusive, perché feriscono in particolare i gruppi più vulnerabili".
L'Episcopato cileno condanna "decisamente la violenza che si è verificata nella capitale del paese con attacchi a persone, distruzione di proprietà, saccheggio di locali commerciali e privazione di centinaia di migliaia di connazionali di un servizio di trasporto che è alla base della vita e dello sviluppo della città". Allo stesso tempo ribadiscono la necessità di "comprendere le radici della violenza e lavorare urgentemente per prevenirla, fermarla e dare vita a modi pacifici per prendersi carico dei conflitti" osserva la nota dei Vescovi.
Secondo le notizie raccolte da Fides, le forze armate e di pubblica sicurezza stanno cercando di ristabilire l'ordine pubblico fronteggiando i gruppi violenti che hanno radicalizzato una protesta sociale contro la disuguaglianza che ha già causato dieci morti e ha seminato terrore nelle strade in diversi luoghi del paese, con barricate, incendi e saccheggi. Il Presidente cileno, Sebastián Piñera, ha affermato che il paese sta vivendo una "guerra", un conflitto bellicoso contro un "nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla o nessuno", così ha descritto i manifestanti.
Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, totale in alcuni comuni, in 10 delle 16 regioni del Cile: la regione metropolitana di Santiago, Antofagasta, Coquimbo, Valparaíso, Maule, Concepción, Bío Bío, 0'Higgings, Magallanes e Los Ríos. Di conseguenza migliaia di militari sono stati schierati nelle strade per ristabilire l'ordine pubblico. Scontri violenti si sono verificati tra manifestanti e forze di sicurezza. Sabato 19 e domenica 20 ottobre ci sono stati incendi di negozi, farmacie, banche ed edifici pubblici, saccheggi e barricate nelle strade, in quasi tutto il paese.
(CE) (Agenzia Fides, 21/10/2019)


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