AMERICA/HAITI - L’opposizione ferma nella richiesta di dimissioni del Presidente, situazione sempre più grave

venerdì, 4 ottobre 2019

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L’opposizione ferma nella richiesta di dimissioni del Presidente, situazione sempre più grave

Port au Prince (Agenzia Fides) – La piattaforma interreligiosa "Religions for Peace Haiti" informa che non ha avuto altra scelta se non quella di ritirarsi e di respingere la richiesta del Capo dello Stato, formulata il 26 settembre e in un primo tempo accolta sia pure con alcune condizioni, di facilitare il dialogo con l'opposizione per cercare di risolvere la crisi politica e sociale dell’isola.
Secondo quanto si legge nella nota pervenuta a Fides, lunedì scorso, 30 settembre, in una lettera indirizzata a Nahomme Dorvil, direttore del gabinetto del Presidente Jovenel Moses, "Religions for Peace Haiti" giustifica il suo rifiuto spiegando che ha scritto ai tre principali gruppi del partito politico dell'opposizione, che chiedono le dimissioni del Capo dello Stato, chiedendo la loro disponibilità di prendere parte a un processo di dialogo volto a trovare una soluzione alla crisi. Queste realtà politiche però hanno respinto qualsiasi forma di dialogo con il Presidente Jovenel Moïse. "Religions for Peace Haiti" ricorda che, secondo i suoi principi, per accettare il ruolo di facilitatore, tutte le parti in conflitto dovrebbero essere d'accordo.
Intanto la situazione ad Haiti ogni giorno peggiora: le lezioni scolastiche avrebbero dovuto iniziare ai primi di settembre, ma le violente proteste hanno chiuso le scuole e paralizzato le imprese pubbliche, al punto che l'economia di Haiti sta affondando, oltre a registrare una inflazione sempre più alta. L'opposizione continua a chiedere le dimissioni del presidente Jovenel Moïse e le manifestazioni a questo scopo sono sempre di più in tutto il paese.
Dei circa 11 milioni di haitiani, il 60% guadagna meno di 2$ al giorno e il 25% guadagna meno di 1$ al giorno. La disperazione spinge molti alle proteste e ai blocchi stradali, che a loro volta costringono le imprese alla chiusura, a volte in modo permanente. Secondo dati di agenzia, prima dell'inizio del nuovo round di proteste all'inizio di settembre, l'economia di Haiti stava già andando in rovina. Il paese aveva visto una riduzione dei fondi derivanti da Petrocaribe, un piano petrolifero sovvenzionato dal Venezuela, dato il calo dei prezzi del petrolio, inoltre gli aiuti internazionali per la ripresa dal devastante terremoto del 2010 erano quasi spariti.
La svalutazione e l’inflazione sono dilaghate. Prima del 2015 il tasso di cambio era di 40 gourdes a $ 1. Ora, sono quasi 100 gourdes per $ 1. L'inflazione negli ultimi cinque anni è passata da meno del 10% all'anno a quasi il 20%. A soffrire maggiormente sono come sempre le fasce sociali più deboli, come bambini, anziani, poveri.
(CE) (Agenzia Fides, 04/10/2019)


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