ASIA/INDIA - Oltre 200 casi di violenza contro i cristiani in India nel 2019

lunedì, 23 settembre 2019 minoranze religiose   libertà religiosa   libertà di coscienza   diritti umani   politica   cristianesimo  

Cristiani in preghiera

New Delhi (Agenzia Fides) - Sono oltre 200 gli episodi di violenza contro i cristiani segnalati in India nel 2019: sono i dati inviati all'Agenzia Fides dalla Ong "Alliance Defending Freedom" (ADF) con sede a Nuova Delhi. In un rapporto dell'organizzazione si registrano 218 incidenti di vario genere accaduti in 243 giorni del 2019. Di questi, 159 sono episodi di violenza di massa, circa 27 incidenti del genere ogni mese, afferma ADF-India, Gli episodi sono stati denunciati al numero verde dello United Christian Forum (UCF), rileva ADF-India, che si impegna a fornire assistenza legale gratuita alle vittime. 
Afferma la nota inviata a Fides: “Il modus operandi seguito nei 159 casi di violenza di massa è lo stesso. Una folla accompagnata dalla polizia arriva a turbare una riunione di preghiera, grida slogan e percuote i membri dell'assemblea dei fedeli, anche donne e bambini. Quindi i Pastori che guidano la liturgia vengono arrestati o detenuti dalla polizia con la falsa accusa di conversioni forzate”, ha dichiarato A.C. Michael, attivista cattolico e tra i leader di ADF-India.  Secondo Michael, "nessuna di queste false accuse è mai stata sostenuta in un tribunale. Infatti quasi tutti i Pastori arrestati sono stati rilasciati o assolti in quanto le accuse sono false e insostenibili e nessuno riesce a fornire prove di conversioni forzate". Tale approccio, nota, "fa sì che di fatto molti cristiani stiano sperimentando restrizioni alla libertà di praticare la loro fede in gran parte del territorio indiano, dato che questo accade in 23 stati su 28 stati dell'India" .
In Uttar Pradesh sono segnalati 51 incidenti, 41 in Tamil Nadu, 24 in Chhattisgarh, 17 in Jharkhand, 16 in Karnataka, 14 in Telangana, 12 in Andhra Pradesh, 9 in Maharashtra, 6 in Haryana, 5 in Bihar, 4 in Delhi, 3 in Odisha, 2 in Himachal Pradesh, Kerala, Puducherry, Rajasthan e Bengala Occidentale, 1 a Goa, Gujarat, Jammu e kashmir, Madhya Pradesh, Punjab e Tripura.
ADF nota la tendenza a non presentare denunce (First Information Report) contro gli autori delle violenze: sono state infatti presentate solo in 25 su 218 casi. "Ciò dimostra la tacita comprensione tra i violenti e la polizia, che ovviamente gode del patrocinio di leader o funzionari politici locali", nota ADF. A volte la mancata presentazione di una denuncia è anche dovuta al timore di rappresaglie, afferma Michael. "L'impunità che la polizia e il governo concedono agli autori delle violenze contribuisce a erodere la fiducia che le vittime possono nell'autorità", rileva Michael.
Dal 2014, gli attacchi ai cristiani sono aumentati costantemente, rileva ADF: 292 nel 2018, 240 nel 2017, 208 nel 2016, 177 nel 2015 e 147 nel 2014.
“Nessuno dovrebbe essere perseguitato a causa della sua fede. È preoccupante vedere questi orrendi atti di violenza di massa continuare anche dopo una serie di indicazioni date dalla Corte Suprema" afferma Tehmina Arora, direttore di ADF-India.
John Dayal, laico cattolico attivista per i diritti umani, commenta a Fides: "È positivo che questi dati vengano divulgati. Se il Pakistan viene criticato ripetutamente dal governo indiano e a livello internazionale per il suo trattamento nei confronti delle minoranze religiose, il governo indiano guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP), da parte sua, continua a negare la dilagante violenza verso i cristiani indiani. Dice che sono incidenti sporadici e rifiuta di indicare i membri dei gruppi estremisti indù come responsabili, protetti dalla polizia”.
Il leader cattolico nota: “Ribadiamo la necessità di una legge nazionale per controllare la violenza mirata contro le minoranze religiose. Senza tale legge, elementi fondamentalisti con protezione statale continueranno a terrorizzare le minoranze religiose, e in particolare la comunità cristiana nelle aree rurali”.
(SD) (Agenzia Fides 23/09/2009)


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