ASIA/INDIA - Violenza contro i cristiani in 23 stati dell'India: 158 incidenti in sei mesi

mercoledì, 7 agosto 2019 diritti umani   dignità umana   libertà religiosa   persecuzioni   minoranze religiose  

New Delhi (Agenzia Fides) - I primi sei mesi del 2019 hanno visto 158 episodi di violenza contro i cristiani in 23 stati dell'India, nei quali sono stati feriti anche 110 donne e 89 bambini: lo afferma, in una nota inviata all'Agenzia Fides, lo United Christian Forum (UCF), organizzazione che ha attivato una specifica linea telefonica di denuncia e assistenza in casi di violenze. Secondo la nota, tra i 158 incidenti registrati dalla "Helpline", 130 riguardano attacchi o intimidazioni e minacce da parte di gruppi violenti che hanno percosso fedeli riuniti pacificamente in chiesa o in aule di preghiera. "Ciò significa che "praticare la propria fede sta diventando motivo di insicurezza nel 90 percento del territorio indiano", lamenta il forum.
"La violenza impunita è diventata una norma nel paese in cui nessun partito politico ha preso una posizione forte contro tali atti intimidazioni verso le minoranze religiose ", deplora il comunicato dell'UCF.
Un'altra tendenza inquietante, segnalata dal'organizzazione, è il rifiuto da parte della polizia di archiviare il "First Information Record" (FIR), cioè la denuncia contro gli autori di violenza. "Solo in 24 incidenti su 158 hanno registrato un FIR contro i colpevoli", si afferma, rilevando "l'inazione della polizia" in 11 stati governati da partiti laici, e in 12 stati dove sono al governo partiti marcatamente induisti.
Tra gli stati in cui sono segnalate violenze contro i cristiani, l'Uttar Pradesh continua a testimoniare il maggior numero di incidenti con 32 episodi di violenza denunciati, seguiti da 31 incidenti nel Tamil Nadu.
“Il modus operandi seguito in tutti questi episodi è sempre lo stesso: una folla accompagnata dalla polizia irrompe durante la preghiera urlando slogan, picchiando i fedeli, inclusi donne e bambini. Quindi i Pastori vengono arrestati o detenuti dalla polizia con la falsa accusa di conversioni fraudolente", spiega la nota.
“Tali casi sono ora talmente diffusi che nessuno ha il tempo di condannarli, nè i politici, nè la società civile o i leader religiosi", rileva il Forum.
Lo UCF nota anche un costante aumento della violenza contro i cristiani a partire dal 2014. “Nel 2014 ci furono circa 150 incidenti, nel 2015 e nel 2016 furono circa 200. Il 2017 e il 2018 hanno toccato rispettivamente 250 e 300 casi. Nel 2019 si registra una media di 26 incidenti al mese”.
“Nessuno dovrebbe essere perseguitato a causa della sua fede. È preoccupante vedere questi orrendi atti settari continuare ancora anche dopo una serie di indicazioni date al governo dalla Corte Suprema. La polizia e le amministrazioni locali, responsabili della legge e dell'ordine, devono agire rapidamente contro chiunque promuova violenza di massa", afferma Tehmina Arora, direttore dell'unità indiana di "Alliance Defending Freedom" (ADF), associazione impegnata a tutelare i diritti dei cristiani .
Secondo i resoconti dei media, spesso questi atti anti-cristiani sono compiuti da gruppi estremisti indù esono fomentati da "discorsi di odio religioso" promossi sul web e sui social network. Secondo l'ADF, sentimenti e atti anticristiani in India sono aumentati da quando il governo federale è guidato dal partito nazionalista indù del Primo Ministro Narendra Modi che nel 2019 ha appena iniziato il suo secondo mandato.
In India i cittadini indù sono 966 milioni, cioè l'80% della popolazione indiana che nel complesso tocca 1,3 miliardi di persone. I musulmani sono 172 milioni (circa il 14%) mentre i cristiani sono 29 milioni (2,3%). (SD) (Agenzia Fides 7/8/2019)


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