AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi: torture, sequestri, minacce sono immorali, vanno contro la dignità e ne sono responsabili tutte le autorità

venerdì, 5 luglio 2019 politica   situazione sociale   chiese locali  

cev

I Vescovi: torture, sequestri, minacce sono immorali, vanno contro la dignità della persona e ne sono responsabili tutte le autorità

Caracas (Agenzia Fides) – "La Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Venezuela condanna con indignazione l’umiliazione, lo scherno e il dolore causati ai nostri fratelli, il Capitano Rafael Acosta Arévalo, morto a causa delle torture dei suoi rapitori, ed il giovane Rufo Chacón Parada, sfigurato e reso cieco dalla polizia mentre dimostrava per la mancanza di gas domestico. Lo Stato venezuelano è responsabile": così inizia il duro comunicato inviato a Fides con cui i Vescovi denunciano la repressione che subisce il popolo quando si esprime democraticamente.
Il Capitano della Marina, Rafael Acosta Arèvalo, era stato arrestato il 21 giugno con l'accusa di terrorismo, sedizione e tentativo di omicidio del Capo dello Stato. Detenuto presso la Direzione generale del controspionaggio militare, è morto il 29 giugno in seguito alle torture subite. Il giovane Rufo Chacón Parada, 16 anni, è rimasto sfigurato e ha perso gli occhi dopo che la polizia gli ha sparato al volto durante una protesta popolare pacifica per la mancanza del gas, il 1° luglio a Cardenas, stato di Tachira.
"Non acconsentiremo la manipolazione, la dissimulazione e la mitigazione di questi eventi gravi. È il nostro impegno come Chiesa, che vede nel volto sofferente dei familiari e delle vittime il dolore di nostro Signore Gesù Cristo. Queste due vittime rappresentano oggi il grido di molti altri cittadini che sono stati sottoposti agli stessi schemi e le loro vicende sono state rese invisibili" continua il testo, prima di fare una lista di denunce: "Casi di tortura, sequestri, minacce intimidatorie sono ormai pratiche degli organi di polizia e militari. Questa condotta immorale va contro la dignità della persona e ne sono responsabili tutte le autorità".
"Come membri della Chiesa facciamo notare che gli autori di questi atti crudeli sono giovani di 22 e 23 anni e ci chiediamo: E' questa la nuova generazione delle Forze Armate? Indubbiamente questi giovani autori sono anche vittime di un sistema che ha permesso un tale degrado morale e spirituale nel nostro paese" denunciano i Vescovi. Il testo si conclude con una richiesta all'Alto Commissionato dell'ONU per i diritti Umani perché esiga dal governo del Venezuela che fermi questi abusi e violazioni dei diritti umani.
Proprio ieri, 4 luglio, l'ufficio dell'Alto Commissionato dell'ONU per i diritti umani ha pubblicato un rapporto in cui invita al governo del Venezuela ad "adottare velocemente misure specifiche per fermare i gravi fatti che violano i diritti". Il documento segnala che non agendo secondo i suggerimenti, “continuerà il flusso emigratorio della popolazione verso l'estero e peggioreranno le condizioni di vita della popolazione che rimane".
Dinanzi a questa nuova ondata di violenza interna, Juan Guaidò ha chiamato a raccolta la popolazione venezuelana oggi, 5 luglio, a Caracas, per una marcia nazionale per chiedere la fine delle torture e delle violazioni dei diritti umani. Guaidò in questa occasione chiede anche all’Onu e alla comunità internazionale di appoggiare l’iniziativa. La mobilitazione popolare partirà dalla sede delle Nazioni Unite per arrivare fino alla sede della Direzione generale del controspionaggio militare, dove è stato detenuto ed è morto il Capitano Rafael Acosta Arévalo.
(CE) (Agenzia Fides, 5/07/2019)


Condividi: