AFRICA/SUDAFRICA - “L’elettricità a buon mercato, ottenuto a prezzo della salute dei minatori di carbone”

martedì, 4 giugno 2019 lavoro   giustizia   vescovi  

Johannesburg (Agenzia Fides) - “Spesso ci vantiamo, come nazione, di avere un'elettricità a buon mercato, che è basata sul carbone, ma rimangono però invisibili i suoi costi umani” afferma la Commissione Giustizia e Pace della Southern African Catholic Bishops Conference (SACBC), nel presentare una mostra sulle condizioni dei minatori di carbone in Sudafrica. “Giustizia e Pace” ha organizzato l’esposizione a sostegno dei minatori che hanno denunciato la compagnia mineraria Sasol Coal per aver contratto gravi malattie polmonari e altre patologie a causa di anni di inalazione di polvere di carbone, nelle miniere della società.
L’iniziativa di “Giustizia e Pace” vuole rendere visibili e dare voce a “migliaia di ex-minatori ammalatisi dopo aver lavorato per anni per estrarre il carbone sul quale si basa gran parte della produzione dell'energia elettrica in Sudafrica”.
“L'Esposizione cerca di dare voce ai minatori malati e a gettare luce sulla loro lotta per la giustizia. Giustizia e Pace invita a “rimediare ai danni inflitti dall'industria carbonifera sudafricana. Le compagnie minerarie devono assumersi la loro parte di responsabilità nel pagare il risarcimento agli ex-minatori affetti dalla malattia del polmone nero”, la pneumoconiosi da carbone.
I Vescovi sudafricani, tramite la Commissione Giustizia e Pace, appoggiano da tempo la class action avviata da centinaia di minatori che hanno contratto la malattia e dai familiari dei lavoratori nel frattempo defunti a causa della pneumoconiosi (vedi Fides 19/10/2018).
Secondo il “Globalization and Health”, da quando sono stati avviati i ricorsi per ottenere compensazioni per i danni subiti dai minatori, alla fine del 2017, 111.166 minatori avevano ricevuto un risarcimento, dei quali 55.864 per insufficienza polmonare permanente e altri 52.473 per tubercolosi. Altre 107.714 richieste di risarcimento non sono state però pagate. Molte richieste di risarcimento (28,4%) provengono da Mozambico, Lesotho, Swaziland, Botswana e da altri Paesi dell'Africa meridionale. (L.M.) (Agenzia Fides 4/6/2019)


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