AMERICA/CILE - Una “Chiesa in uscita” richiede “Catechisti in uscita”: idee per una catechesi missionaria

mercoledì, 29 maggio 2019 animazione missionaria   catechisti   mese missionario straordinario  

Santiago (Agenzia Fides) – Dopo tanti secoli di evangelizzazione, “urge mettere la catechesi in cammino verso un profondo rinnovamento. Come Papa Francesco parla di "Chiesa in uscita", possiamo dire che oggi è necessario avere una "Catechesi in uscita”. Così scrive Eduardo Valenzuela Magaña, catecheta, Direttore della Commissione nazionale della Catechesi del Cile, presentando la Giornata del Catechista, il 1° giugno, che prendendo spunto dal Mese Missionario Straordinario dell’Ottobre 2019, avrà per tema “Catechisti in missione”.
Sul sito della Conferenza episcopale cilena è disponibile il materiale per la celebrazione: oltre al saluto del Presidente della Commissione nazionale della Catechesi, l’Arcivescovo di Antofagasta, Mons. Ignacio Ducasse Medina, e all’introduzione di Valenzuela Magaña, ci sono indicazioni per la Messa, per un ritiro spirituale, per la lectio divina, oltre ad alcune testimonianze di catechisti.
“L’obiettivo ultimo della catechesi non è quello di insegnare i contenuti in senso concettuale/dottrinale, ma di mettere in comunione con Gesù Cristo – scrive Valenzuela Magaña -. L'insegnamento dei Pastori della Chiesa negli ultimi anni ha accentuato il fatto che la fede non nasce dall'adesione a idee, norme o etica, ma la fede nasce dall'incontro con la persona di Gesù Cristo. Se ci collochiamo in questa prospettiva, capiremo che la catechesi è in un certo senso ‘missionaria’ perché cerca di favorire l'incontro tra Gesù Cristo e il catechizzando, ovunque si trovi. I progetti catechistici devono abbandonare l'idea di strutturarsi secondo la logica dei contenuti in modo enciclopedico, per scoprire la vitalità della fede e il suo progresso naturale”.
La Chiesa affida questa missione al catechista, che non deve solo trasmettere un contenuto di fede, ma il catechista è testimone di ciò che crede, testimonia il suo incontro e la sequela di Gesù. Nessuno inizia gli altri nell'esperienza dell'incontro con Gesù Cristo se questa esperienza non passa attraverso la propria vita. “Il catechista è un testimone, un discepolo missionario, la donna o l'uomo che confida nell'amore e che vuole fedelmente vivere l'annuncio della salvezza che ha ricevuto”.
Proponendo alcuni spunti di riflessione per realizzare una “Catechesi missionaria”, Valenzuela Magaña sottolinea che i temi che si possono trattare durante gli incontri di catechesi sono tanti, ma il catechista non deve dimenticare che “il Kerigma è il messaggio che ogni catechista deve condividere in ogni incontro: Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e ora è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti (EG 164). Questo messaggio deve essere ripetuto durante tutta la catechesi e in ogni tappa e momento”.
Per avere una "Catechesi in uscita” occorre in primo luogo “riconoscere in quali luoghi la catechesi non offre ancora risposte adeguate ai bisogni della comunità. Non si tratta di pensare solo o principalmente alla catechesi sacramentale, ma piuttosto a situazioni di vita a cui oggi non offriamo un itinerario catechetico adeguato. Luoghi e ambienti che richiedono urgentemente un’assistenza pastorale catechistica, come anziani, bambini, preadolescenti, adulti lontani dalla Chiesa, giovani coppie, famiglie con lavoratori delle miniere, il mondo carcerario, ecc.”
Un valido sostegno per questo tipo di catechesi può essere offerto dai media e dai social media. “Continuiamo a pensare che gli unici mezzi siano i libri stampati. Oggi se qualcuno non sa qualcosa, lo cerca su Internet o nei social network (in cui i membri della Chiesa non hanno una presenza attiva sufficiente). Questo è un aeropago al quale non possiamo rinunciare e che deve essere evangelizzato. Qui quasi tutto deve essere fatto. Esistono inoltre molte radio diocesane che hanno un enorme potenziale catechistico”.
“Sicuramente questi compiti ci portano fuori dalle nostre zone di comfort – conclude - ma è necessario farlo per mettere la catechesi sull’uscio della porta e raggiungere nuovi lidi dove il Vangelo del Signore non è ancora arrivato”. (SL) (Agenzia Fides 29/5/2019)


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