AFRICA/NIGERIA - Passi avanti per cambiare la mentalità verso le disabilità in Africa

sabato, 25 maggio 2019 disabili   sviluppo   cultura   società   ordini religiosi  

Owerri (Agenzia Fides) - In Africa la mentalità nei confronti dei disabili sta cambiando. Osserva all'Agenzia Fides fratel Franco Lain, religioso dell’Opera don Guanella, congregazione che è presente in Nigeria, impegnata nel servizio ai disabili, da trent'anni: "Stiamo assistendo a una trasformazione. Nel continente ci sono ancora forti ritardi dovuti a mancanza di fondi e a scarsa attenzione delle autorità, ma l’atteggiamento della popolazione si sta lentamente trasformando".
È difficile parlare di un atteggiamento "africano" nei riguardi della disabilità. Ogni Paese, ogni regione ha un suo modo di affrontare il tema. Da sempre, spiega fratel Lain, gli africani hanno visto nel portatore di handicap "qualcosa di strano" che deve essere per forza frutto di un intervento esterno, attribuendo spesso a quello specifico handicap un significato spirituale. Il rischio è che, molto spesso, questo intervento venga interpretato in senso negativo, come frutto del "malocchio", di colpe dei genitori, di magie fatte da amici o parenti.
In passato si arrivava perfino alla soppressione dei bambini disabili. Tendenza, quest’ultima, che si sta riducendo molto. A ciò si aggiunge la difficoltà nel comprendere la differenza tra "disabilità mentale" e "malattia mentale". Il bambino con sindrome di Down o un disturbo nell'apprendimento viene assimilato al malato psichico. "Tutti questi atteggiamenti sono ancora presenti nella società africana e complicano molto il modo di approcciare la malattia e la disabilità", osserva fratel Lain .
"A ciò va aggiunto che nella maggior parte delle nazioni africane non esistono provvedimenti istituzionali di assistenza sociale e manca una visione politica che porti a una autentica integrazione nella società. Così i disabili sono ancora generalmente considerati un peso economico e sociale. Molte famiglie, pur non maltrattando i disabili, li chiudono in casa senza alcuna assistenza".
Negli ultimi anni si stanno registrando piccoli ma incoraggianti segni di cambiamento: "Inizia a esserci una nuova sensibilità tra la gente comune", continua fratel Lain. "Nelle nostre comunità arrivano persone che donano aiuti materiali: un sacco di riso, un piccolo animale, un po’ di farina. Sono piccoli gesti che ci aiutano molto. Ci sono anche donazioni da parte di imprenditori locali e stranieri che lavorano in loco. Gli indiani, per esempio, anche se non cattolici, ci offrono grandi aiuti. Anche gli imprenditori italiani sono altrettanto sensibili".
Al di là degli aiuti, inizia a vedersi anche una nuova sensibilità. "In Nigeria – spiega fratel Lain - la mamma di una ragazza Down ha dato vita a un’associazione che ha creato centri per i ragazzi disabili e fa un attento lavoro di sensibilizzazione. L’associazione è formata dai genitori stessi dei ragazzi portatori di handicap. Sempre in Nigeria stiamo lavorando in alcune scuole per favorire l’integrazione sui banchi. Sono piccole gocce che mostrano un atteggiamento diverso. C’è ancora moltissimo da fare, ma qualche passo avanti è stato compiuto".
La prima visita dei missionari guanelliani in Nigeria avvenne nel 1989. Nel 1992 è nato il "Don Guanella Center Nnebukwu", nella diocesi di Owerri. Il Centro ha come obiettivi la cura, l’educazione e la riabilitazione delle persone disabili o con bisogni speciali, in situazioni come l’epilessia, la sindrome di Down, la paralisi cerebrale e l’autismo, promuovendo così la loro dignità umana e lo sviluppo integrale. Negli ultimi ventisette anni, in questo centro sono state riabilitate centinaia di persone disabili, alcune delle quali sono tornate alle loro famiglie e, a loro volta, sono state reintegrate nella società. (EC) (Agenzia Fides 25/5/2019)


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