NEWS ANALYSIS/OMNIS TERRA - I cristiani d'Egitto, tra discriminazione e trasformazione

sabato, 27 aprile 2019 fede   discriminazione   società   evangelizzazione  

La storia dei cristiani d’Egitto è antichissima. I copti sono infatti gli eredi degli antichi egizi che si convertirono al cristianesimo, a partire dal primo secolo, grazie alla predicazione di San Marco. Fino al VII secolo, la comunità è stata maggioritaria in Egitto. Con l’arrivo degli arabi e dell’Islam, per i copti è iniziata una difficile convivenza, fatta di periodi di relativa libertà, alternati ad anni di dure repressioni. La situazione non è migliorata con l’indipendenza dell’Egitto. Sotto i governi di Anwar Sadat e Hosni Mubarak, la Chiesa ha vissuto un periodo particolarmente difficile. Fu Anwar Sadat a inserire nella Costituzione la Sharia (legge islamica) come fonte del diritto egiziano. Una mossa fatta per ingraziarsi le frange più estreme dell’Islam politico (che però non lo risparmiarono, uccidendolo in un attentato nel 1981) e che penalizzava i copti. Con l’arrivo di Hosni Mubarak la loro situazione non è migliorata. Mubarak ha chiuso tutte le porte ai fondamentalisti impiegando i primi anni della presidenza fino agli anni Novanta a perseguitarli. La porta aperta era invece mantenuta nei confronti della fede islamica comune e per i copti la vita non era semplice. Era difficile, se non impossibile, costruire o anche ristrutturare una Chiesa perché era necessario il nullaosta della polizia, che non lo rilasciava facilmente. La stessa polizia arrestava i musulmani che si convertivano. Molti poliziotti erano coinvolti nei rapimenti di ragazze copte, organizzati per convertirle (andando contro la legge che prevedeva e prevede che qualsiasi conversione possa avvenire solo dopo i 18 anni). I musulmani che attaccavano le chiese restavano impuniti. «Il presidente - osserva Girgis, un esponente della Chiesa copta che chiede di mantenere l’anonimato - lasciava quindi che i copti subissero le angherie e le discriminazioni più palesi soprattutto a livello sociale. Sono stati anni molto duri» (...)


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