ASIA/KAZAKHSTAN - Caritas Almaty: una chat WhatsApp per supportare i genitori di bambini affetti da sindrome di Down

sabato, 27 aprile 2019 caritas   disabili   bambini  

Almaty (Agenzia Fides) - I social network e le nuove tecnologie possono essere di aiuto alle attività pastorali e sociali della Chiesa cattolica. Lo dimostra una iniziativa della Caritas di Almaty, in Kazakhstan, che spiega in una nota inviata all'Agenzia Fides: “Una parte molto importante del nostro lavoro sul progetto di supporto ai genitori di bambini affetti da sindrome di Down è la possibilità di far comunicare anche a distanza le mamme e i papà con i membri della nostra squadra. Questo è estremamente importante per i genitori che possono sentirsi, così, sostenuti nel loro impegno quotidiano di educazione e riabilitazione dei loro figli. Inoltre, la comunicazione è un servizio importante per i ‘nuovi’ genitori che si sono uniti al gruppo, perché permette loro di conoscere le basi fondamentali del nostro lavoro. Pensando a entrambe queste esigenze, abbiamo deciso di lanciare una chat servendoci dell’applicazione ‘WhatsApp’: in tal modo possiamo tenere i contatti con tutti i genitori coinvolti nel lavoro del Centro Caritas”. Nella nota si specifica anche che periodicamente, all’interno della chat, saranno caricati video-tutorial in russo e in kazako, con cui il professor Angelo Luigi Sangalli, coordinatore del progetto, e i suoi collaboratori cercheranno di “fornire risposte alle domande più comuni inviate dai genitori”.
Il progetto di supporto alle famiglie di bambini affetti da trisomia 21 è stato lanciato dalla Caritas di Almaty nell’agosto del 2016: con il supporto di specialisti italiani, in diverse città del Kazakistan vengono periodicamente organizzati seminari, lezioni e visite specialistiche per fornire conoscenze di base ai genitori e analizzare i progressi dei bambini. A ognuno di loro, infatti, viene assegnato un programma personale di lavoro, che viene periodicamente aggiornato attraverso una continua collaborazione online, che permette ai genitori, con l'intermediazione della Caritas, di rimanere in contatto con gli specialisti. Negli scorsi mesi, dopo un percorso durato circa tre anni, il team di lavoro gestito da Sangalli era riuscito ad ottenere l’assunzione di un 22enne coinvolto in uno di questi percorsi, da parte di una importante compagnia kazaka: è stato il primo caso in questo paese dell’Asia centrale. (LF) (Agenzia Fides 27/4/2019)


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