EUROPA/SVIZZERA - La pastorale dei migranti, una grande opportunità per la Chiesa cattolica in Svizzera

martedì, 26 marzo 2019 migranti   chiese locali   pastorale  

Zurigo (Agenzia Fides) – “Se riusciamo ad intensificare la convivenza tra fedeli locali e immigrati e a rendere la loro coabitazione più gratificante, la cura pastorale dei migranti rappresenta una grande opportunità per la Chiesa cattolica in Svizzera”: così si è espresso Mons. Jean-Marie Lovey, Vescovo di Sion, responsabile della Pastorale dei migranti nella Conferenza dei Vescovi svizzeri, commentando il rapporto sulla “Pastorale dei migranti in Svizzera”.
Secondo la nota pervenuta all’Agenzia Fides da kath.ch, circa un terzo dei membri della Chiesa cattolica in Svizzera proviene dalla migrazione, una presenza che segna in molti modi la vita ecclesiale. Per tener conto del multilinguismo e della diversità culturale, circa 110 missioni o cappellanie forniscono assistenza pastorale a questi fedeli. Ogni anno vengono celebrati circa 21.000 servizi religiosi in oltre 20 lingue e riti.
I dati e le informazioni fornite dal rapporto "Pastorale per i Migranti in Svizzera" sono stati pubblicati ieri, 25 marzo, dopo essere stati discussi dalla Conferenza episcopale svizzera (CES) e dalla Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) che lo ha commissionato. Questo documento infatti fa parte di un progetto sul futuro della pastorale dei migranti, intrapreso congiuntamente dalla CES e dalla RKZ, ed esamina la situazione attuale e fa il punto su cinque aspetti: Diversità della realtà pastorale: un problema o una opportunità? Modelli futuri e possibili evoluzioni delle missioni. Sensibilizzazione delle persone attive nella pastorale tradizionale e nel ministero dei migranti. Focalizzare il mandato dell'Ufficio Migrazione sui compiti pastorali. Rafforzamento del principio di sussidiarietà a livello di compiti finanziari e amministrativi, e distribuzione più equa dei fondi.
“La Chiesa cattolica è contrassegnata dal sigillo della diversità. Tutti i cattolici battezzati ne fanno parte su un piano di parità – è scritto nel rapporto -. La pastorale dei migranti è una componente fondamentale della Chiesa cattolica…fa parte della Chiesa cattolica come istituzione caratterizzata dalla diversità e dai molteplici bisogni da soddisfare. Un approccio lucido alla cura pastorale dei migranti offre la possibilità di diventare più consapevoli della convivenza tra i fedeli e di rafforzarla, nonché di promuovere la coesistenza improntata al rispetto reciproco e all’apertura”.
I risultati di questa ampia e documentata analisi della situazione della pastorale dei migranti, con i suoi punti di forza e di debolezza, indicano che “si impone un cambiamento, già parzialmente in corso” sottolinea il testo, “passando da una visione incentrata sui problemi ad un approccio mirato alle opportunità”, ciò consentirebbe non solo di tenere in maggiore considerazione le diversità linguistiche, ma anche “la diversità delle realtà della vita, della cultura e delle tradizioni dei cattolici e delle loro comunità”. Allo stesso tempo offrirebbe il vantaggio di “rafforzare la consapevolezza di appartenere alla stessa Chiesa diffusa in tutto il mondo”. (SL) (Agenzia Fides 26/3/2019)


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