AFRICA/MAROCCO - In preghiera davanti al crocifisso di chiodi di p. Gigi Maccalli

martedì, 19 febbraio 2019

SMA

Fès (Agenzia Fides) – Il rapimento di padre Luigi Maccalli, missionario in Niger, e la mancanza di notizie sul suo conto dal 17 settembre 2018 continua ad alimentare preghiere, ricordi, solidarietà e speranza per la sua liberazione. Tra le molteplici testimonianze, padre Matteo Revelli, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA), parroco di S. François d’Assise a Fès, ha raccontato a Fides di quando nel 2003 p. Gigi era andato a fargli visita a Fès, in qualità di Consigliere della provincia SMA italiana. “In quell’occasione – ricorda padre Revelli - mi aveva regalato un piccolo crocifisso composto di chiodi intrecciati, finemente uniti da un fil di ferro. L’insieme sprigiona un sentimento di austerità e di bellezza. Suo papà Giovanni era stato l’artista di questo crocifisso. Aveva imparato a farlo e nelle serate d’inverno passava il suo tempo in queste sue modeste opere d’arte, che poi erano consegnate in Africa ai catechisti, e perfino a me. L’ho tolto dall’armadio per deporlo sull’altare della mia cappella, dove prego sovente anche con gli studenti, per ricordarmi di Gigi, forse in una capanna con la porta inchiodata, segno che, nell’Amore vero, le spine e i chiodi non possono mai mancare. Noi tutti preghiamo per lui e speriamo di poterlo riabbracciare”.
(MR/AP) (19/2/2019 Agenzia Fides)


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