AMERICA/CUBA - Referendum sulla nuova Costituzione: i Vescovi per il rispetto dei diritti e della dignità di tutti

martedì, 5 febbraio 2019 chiese locali   politica   libertà religiosa   famiglia   giovani  

L’Avana (Agenzia Fides) – “Ogni cittadino, con il suo voto responsabile e secondo la sua coscienza, contribuisca alla costruzione di una società in cui tutti i cubani si sentano rispettati nei loro diritti e, allo stesso tempo, costruiscano una vita dignitosa e prospera con la partecipazione di tutti, senza esclusione”. Questa l’esortazione che i Vescovi cubani lanciano nel loro messaggio pubblicato con la data del 2 febbraio, in vista del referendum popolare del 24 febbraio sulla nuova Costituzione della repubblica.
I Vescovi richiamano il loro precedente messaggio di ottobre (vedi Fides 29/10/2018) sull’argomento, e ribadiscono “l’importanza della Costituzione per il futuro del nostro popolo”, per questo rendono note le loro riflessioni sul testo approvato dall’Assemblea nazionale. “L’obiettivo della Costituzione – affermano – è salvaguardare e garantire l’esercizio dei diritti e doveri di ogni cittadino senza alcuna discriminazione, rispettando la sua dignità, come riconosciuto dal Diritto internazionale”.
“I Vescovi cattolici di Cuba hanno voluto con questo messaggio, senza esaurire altri aspetti della Costituzione, dare priorità a quattro temi: l'esclusione di altre forme di piena realizzazione dell'essere umano diverse da quelle del socialismo e del comunismo, la giusta comprensione di uno Stato laico, la visione integrale del matrimonio e della famiglia, l’economia al servizio del bene comune”.
Nel Preambolo del testo sottoposto a referendum è stata aggiunta l’affermazione che “solo nel socialismo e nel comunismo l’essere umano raggiunge la sua piena dignità”. I Vescovi commentano: “L'assolutezza di tale affermazione che appare nel testo costituzionale esclude l'esercizio effettivo del diritto alla pluralità di pensiero sull'uomo e sull'ordine della società. La pluralità deve essere salvaguardata dalla Costituzione, come espresso nell’articolo 1”. Richiamano quindi l’affermazione di Josè Marti, secondo cui “una Costituzione è una legge viva e pratica, che non può essere costruita con elementi ideologici”.
Riguardo al tema della laicità dello Stato, i Vescovi scrivono che “tale affermazione non corrisponde a quanto espresso nel Preambolo al testo costituzionale, che presenta il carattere assoluto dell’ideologia marxista-leninista. Perciò è bene ricordare che la libertà di praticare la propria religione non consiste nella semplice libertà di avere delle credenze religiose, ma la libertà di ogni persona di vivere secondo la propria fede e di esprimerla pubblicamente, avendo come limite il rispetto dell’altro”. In questo contesto i Vescovi ripetono la loro richiesta, espressa nel messaggio di ottobre, per il riconoscimento giuridico della Chiesa, della sua identità e della sua missione, e il rispetto dell’obiezione di coscienza.
Gli articoli 81 e 82 del testo attuale, “aprono la strada perché in futuro si riconosca come matrimonio l’unione di persone dello stesso sesso”, in questo modo non si rispetta la volontà espressa dalla maggioranza dei cubani, che “ha difeso l’istituzione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna”. I Vescovi chiedono quindi che venga rispettata, ora e in futuro, la volontà popolare. La Costituzione, nell’art.84, riconosce “la responsabilità e le funzioni essenziali della famiglia nella formazione integrale delle nuove generazioni nei valori morali, etici e civili” tuttavia non viene affermato che “la famiglia ha una funzione originale e insostituibile nella formazione dei figli” .
Sull’ultimo argomento, l’economia al servizio del bene comune, i Vescovi riprendono quanto hanno affermato nel messaggio di ottobre, richiamando i principi della Dottrina sociale della Chiesa sul destino universale dei beni comuni e sullo sviluppo integrale della persona e della famiglia. (SL) (Agenzia Fides 5/2/2019)


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