AFRICA/SUDAFRICA - “Giustizia e Pace” plaude all’introduzione del salario minimo garantito ma sottolinea che occorre fare di più

giovedì, 3 gennaio 2019 lavoro   giustizia  

Johannesburg (Agenzia Fides) - “Esprimiamo il nostro plauso al Presidente e al gabinetto per aver compiuto il primo passo verso l'eliminazione delle disparità salariali e per affrontare la difficile situazione dei lavoratori poveri” afferma Sua Ecc. Mons. Abel Gabuza, Vescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi di Durban e Presidente della Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” della SACBC (Southern African Catholic Bishops’ Conference) in una nota inviata all’Agenzia Fides sull’entrata in vigore, il 1 ° gennaio 2019, della legge che introduce il salario minimo garantito.
Mons. Gabuza sottolinea però che il dipartimento del lavoro deve vigilare affinché la legge sia rispettata da tutti. Il Presidente di “Giustizia e Pace” nota inoltre che “il salario minimo nazionale prevede che i lavoratori più deboli guadagnino 3500 Rand (circa 212 Euro) al mese. Per poter guadagnare 3500 Rand al mese, un lavoratore dovrebbe lavorare 40 ore a settimana. Un'alta percentuale di lavoratori più deboli lavora meno di 40 ore a settimana e quindi non otterrebbe la somma stabilita dalla legge”.
In secondo luogo Mons. Gabuza rimarca che la Commissione incaricata di risolvere le dispute tra datori di lavoro e lavoratori (Commission for Conciliation, Mediation and Arbitration - CCMA) “non ha la capacità adeguata per soddisfare la crescente domanda di servizi, compresa l'applicazione del salario minimo nazionale. Inoltre, l'accesso finanziario e geografico agli uffici della CCMA e al Dipartimento del lavoro continua ad essere un problema soprattutto per i lavoratori poveri delle province rurali”.
Un problema aggravato dal fatto che la legge non introduce misure adeguate per punire i datori di lavoro che agiscono in malafede continuando a sfruttare le persone più vulnerabili. “In alcuni settori, i datori di lavoro hanno già annunciato ai lavoratori che intendono ridurre l’orario di lavoro a un livello inferiore a 40 ore settimanali. Altri imprenditori, in particolare gli agricoltori, hanno annunciato che, nel 2019, aumenteranno l'importo che fanno pagare per elettricità, acqua e interessi sui prestiti ecc. Entrambe le pratiche eroderanno i guadagni derivanti dal salario minimo nazionale” sottolinea la nota.
Infine, secondo “Giustizia e Pace”, il dibattito sul salario minimo nazionale sta distogliendo l'attenzione dall’importante dibattito sul salario di sussistenza. “Il salario di sussistenza differisce dal salario minimo legale, in quanto la sua determinazione dà la priorità ai bisogni fondamentali dei lavoratori poveri e al costo del tenore di vita di base, e non solo alle esigenze del mercato del lavoro. Un salario di sussistenza garantisce che i lavoratori poveri possano guadagnare abbastanza per realizzare una vita decorosa e dignitosa”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/1/2019)


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