ASIA/AFGHANISTAN - P. Moretti: invalidare il voto di Kabul, passo grave per il futuro del paese

sabato, 15 dicembre 2018 politica   elezioni   talebani   società civile  

Kabul (Agenzia Fides) - “Non ci sono ancora posizioni ufficiali, né dell’ONU né della Commissione internazionale, quindi è difficile farsi un’idea precisa; ma se la notizia dell’invalidità dei voti di Kabul dovesse essere vera, sarebbe grave per il futuro dell’Afghanistan, che continuerebbe a muoversi in una situazione ingarbugliata ormai da decenni”. E’ quanto dichiara all’Agenzia Fides il Barnabita padre Giuseppe Moretti, missionario nella Repubblica Islamica dell’Afghanistan dal 1990 al 2015, riferendosi alla decisione dell’Independent Electoral Complaints Commission (IECC) di dichiarare non validi i voti della provincia di Kabul a causa di frodi e di irregolarità nelle operazioni di voto, nell’ambito delle elezioni parlamentari afghane dello scorso 20 ottobre.
“Era prevedibile che potevano esserci dei brogli. Se la notizia dovesse essere confermata, la situazione si aggraverebbe ancora di più soprattutto perché riguarda Kabul, la città più controllata. Inoltre si chiuderebbe anche quel piccolo spiraglio di speranza che sembrava aprirsi con gli ultimi tentativi di dialoghi di pace, già di per sé altalenanti e provvisori” afferma il Barnabita.
In merito allo svolgimento delle elezioni, p. Moretti sottolinea che “non ci sono ancora risultati ufficiali, e probabilmente non ci saranno mai se continuano a venir fuori queste carenze. C’è molta lentezza: sembra che in Afghanistan il tempo non abbia limiti, ma è comprensibile vista la scarsità di viabilità e di mezzi, che aumenta le difficoltà degli elettori provenienti dai villaggi”.
“Stando alle notizie ufficiali, sembra che a ottobre l’afflusso sia stato superiore a quello atteso, nonostante gli attentati e le minacce. Questo sottolinea il desiderio di partecipazione, di un nascente senso democratico e di responsabilità. Non dobbiamo dimenticare, però, che questi dati sono relativi alle grandi città, ma l’Afghanistan è formato da migliaia di villaggi, i cui abitanti sono tagliati fuori da qualsiasi tipo di informazione, e spesso non sanno neanche chi sia il presidente”, conclude p. Moretti.
L’election-day afghano era stato fissato per il 20 ottobre scorso, ma è stato prorogato al 27 ottobre: nella provincia di Kandahar, infatti, il turno elettorale era stato rimandato in seguito al micidiale attacco avvenuto alla vigilia del voto e rivendicato dai talebani, in cui sono stati uccisi il governatore e il capo della polizia della stessa provincia. Il popolo afghano era stato chiamato a rinnovare la Camera bassa (Wolesi Jirga) del Parlamento e si ritroverà alle urne il prossimo 19 aprile per le elezioni presidenziali. (LF) (Agenzia Fides 15/12/2018)


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