AMERICA/NICARAGUA - “Non ho nulla da nascondere”: Mons. Baez risponde alle accuse, mentre le proteste si allargano all’estero

martedì, 13 novembre 2018 democrazia   diritti umani   vescovi   aree di crisi   giovani  

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“Non ho nulla da nascondere”: mons. Baez risponde alle accuse, mentre le proteste si allargano all’estero

Managua (Agenzia Fides) – "Ciò che stiamo vivendo farà crescere e maturare la Chiesa in Nicaragua come una comunità straordinaria" ha detto Mons. Silvio José Baez, Vescovo ausiliare di Managua, domenica scorsa, 11 novembre, durante la Messa celebrata nella parrocchia Cristo Risorto a Managua. Il Vescovo ha detto di "non avere nulla da nascondere" dinanzi alle accuse del regime di Daniel Ortega di essere "golpista", e ha ribadito la sua gratitudine per l'amore espresso dalle comunità e dai parrocchiani di diversi luoghi del Nicaragua.
"Sono quello che vedete qui, non ho nulla da nascondere e ho il coraggio e la sicurezza per affrontare qualsiasi cosa. Voi, cari fratelli e sorelle, siete ciò che amo di più. Per voi mi sono esposto e sono disposto a dare la vita" ha detto ai parrocchiani del Cristo Risorto.
Nonostante la campagna di attacchi da parte dei media del governo contro il Vescovo ausiliare di Managua, che insistono sulla richiesta che lasci il paese e vada in esilio, Mons. Baez rimane fermo nel suo lavoro come "messaggero di Gesù". "Come dal primo giorno che sono arrivato in Nicaragua, eserciterò la mia fede umilmente nel vostro servizio" ha detto dopo la Messa.
Secondo la nota pervenuta a Fides da una fonte locale, la campagna di minacce contro il Vescovo ha origine da un gruppo che si identifica come "Comunità cristiana di San Paolo Apostolo", che si dice abbia raccolto delle firme e ha presentato una falsa registrazione audio in cui il Vescovo si riferisce alla protesta civile contro il regime di Ortega, presentandola come una cospirazione della Chiesa cattolica.
Mons. Baez, ringraziando un gruppo di giornalisti nicaraguensi, ha ricordato che la Chiesa non serve altro che Gesù Cristo, e non ha altri interessi oltre alla proclamazione del Vangelo, per essere un sacramento di unità e di comunione. "La Chiesa si fonda sulla dignità della persona umana, è retta dalla difesa dei diritti umani e dalla lotta con la sua fede per collaborare alla costruzione di una società giusta, pluralista e dignitosa per tutti" ha affermato.
Alla fine della messa, ha ringraziato i giornalisti per il loro lavoro in mezzo alla crisi: "Grazie a voi, giornalisti, per essere attenti alla difesa dei diritti del popolo. Io personalmente vi voglio bene, vi ammiro e vi ringrazio per il vostro lavoro".
In Nicaragua, nel frattempo, continuano le proteste e le manifestazioni contro il governo di Ortega. Molte manifestazioni popolari si sono spostate all’estero, dove i nicaraguesi ivi residenti, con dei grandi cartelli contro il governo di Ortega, manifestano nelle principali piazze di Spagna, Stati Uniti, Messico, Costa Rica, Perù e altri paesi europei e americani. Nelle ultime settimane, la polizia ha fermato senza motivo a studenti, giovani e perfino pensionati che qualche momento prima avevano manifestato contro il governo. Sono ormai centinaia i prigionieri politici nel paese e alcuni detenuti giovani hanno avuto perfino sentenze di 20 anni di carcere, soltanto per le proteste contro il governo, così si è creato un precedente che minaccia il popolo, come segnalato dalla stampa internazionale. Come dato ufficiale, sono 52 i condannati tra agosto e ottobre 2018, per aver esercitato il loro diritto costituzionale a protestare contro il regime di Ortega.
(CE) (Agenzia Fides, 13/11/2018)


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