ASIA/LIBANO - Mufti sciita propone un Comitato congiunto con la Chiesa maronita per risolvere i conflitti confessionali sulle proprietà terriere

lunedì, 17 settembre 2018 medio oriente   chiese orientali   settarismi   dialogo  

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Beirut (Agenzia Fides) - Lo sheikh libanese Ahmad Kabalan, Mufti sciita della scuola jafaarita, ha suggerito di creare un Comitato congiunto tra il Consiglio supremo sciita e il Patriarcato maronita incaricato di affrontare e provare a superare il conflitto che contrappone abitanti sciiti e Chiesa maronita nel villaggio di Lassa, nel distretto libanese di Jbeil, a causa della disputa sorta intorno al possesso di alcune proprietà terriere. "Alcuni” ha sottolineato sabato 15 settembre il Mufti sciita in alcune dichiarazioni rilanciate dai media libanesi “sostengono che ci siano occupazioni o tentativi di impossessarsi delle proprietà della Chiesa maronita da parte dei residenti di Lassa. Di fronte a queste dichiarazioni confuse e a queste prese di posizione irresponsabili, ci interessa chiarire per la millesima volta che rifiutiamo categoricamente qualsiasi sconfinamento su proprietà private o pubbliche, soprattutto se appartengono alla Chiesa. Siamo in Libano” ha aggiunto Kabalan “e quindi siamo consapevoli della pericolosità di tali atti", ribadendo la disponibilità a costituire un Comitato congiunto con la Chiesa maronita che affronti e risolva i casi di conflitti di proprietà sulla base delle leggi e dei piani territoriali che già disciplinano i passaggi di proprietà immobiliare e puniscono ogni forma di appropriazione illecita.
In Libano (vedi Fides 1/9/2016) sorgono periodicamente frizioni di carattere confessionale intorno al controllo di terre e proprietà immobiliari. Nell'agosto 2016, la tensione intorno al tema sensibile del controllo delle terre da parte delle diverse comunità religiose che convivono in Libano era tornata a crescere dopo che il Ministero delle Finanze, guidato dallo sciita Ali Hassan Khalil, aveva espresso l'intenzione di rendere operativo un decreto firmato nel 2015 che prevedeva l'esproprio da parte dello Stato dei terreni di uso condiviso adiacenti ad Aqoura, villaggio abitato in maggioranza da cristiani maroniti, come altri villaggi e cittadine del distretto di Jbeil.
Nell'autunno 2013, un pressante richiamo a frenare l'uso improprio di terre appartenenti ai cristiani per costruire abitazioni destinate ai musulmani venne lanciato da Talal al-Doueihy, leader del Movimento “Terra libanese, Terra nostra”. L'appello denunciava in particolare il caso di Al-Qaa, un villaggio cristiano nei pressi di Baalbek, nella cui area ampi appezzamenti di terra erano stati acquisiti da musulmani – sciiti e sunniti - come terreno agricolo, per poi essere destinati all'edificazione di complessi residenziali da vendere a libanesi e a profughi siriani appartenenti alla propria comunità religiosa. (GV) (Agenzia Fides 17/9/2018).


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