ASIA/UZBEKISTAN - L'Amministratore apostolico: “La tolleranza religiosa è connaturata alla cultura uzbeka”

martedì, 21 agosto 2018 dialogo   pace   cultura   libertà religiosa   minoranze religiose  

Tashkent (Agenzia Fides) - “La storia ha fatto sì che la terra uzbeka fosse un crocevia di culture e religioni. Per questo, oggi, tolleranza e libertà di culto rappresentano un elemento connaturato alla cultura e alla popolazione locale”: lo dichiara all’Agenzia Fides dall’Amministratore apostolico dell’Uzbekistan, il francescano p. Jerzy Maculewicz, OFM Conv.
p. Jerzy prosegue: “La Via della Seta ha marcato fortemente i tratti di questa terra: i viaggiatori che percorrevano la strada dall’Europa alla Cina, spesso si fermavano qui. Ma la convivenza tra culture e religioni risale a tempi molto più antichi: a Buhara esiste una sinagoga di almeno 600 anni, ma gli ebrei raccontano che il loro arrivo risale addirittura a circa 2000 anni fa. Nell’VIII secolo d.C. giunsero i musulmani e fino al XIII secolo visse qui una folta comunità di cristiani nestoriani. Inoltre, la dominazione sovietica ha favorito l’arrivo e la mescolanza di diverse nazionalità. Spesso, i polacchi inviati nei gulag della Siberia, una volta terminato il periodo di lavori forzati, si spostavano in Uzbekistan per via del clima favorevole e per la presenza di molti altri connazionali”.
Oggi in Uzbekistan convivono genti di 80 diverse nazionalità, che quasi sempre si riuniscono in centri culturali con cui la comunità cattolica si relaziona costantemente. Spiega p. Maculewicz: “Si tratta di associazioni presenti soprattutto a Tashkent e Fergana, che si occupano di mantenere vivi gli aspetti della tradizione della nazione di origine. Siamo in ottimi rapporti con molte realtà simili, come per esempio i centri culturali di tedeschi, russi e tartari. Spesso ci riuniamo per vivere insieme le principali festività o altri momenti di condivisione. Per esempio, all’inizio dell’estate, uno dei frati di Fergana in partenza per un periodo di vacanza, è stato salutato dai membri del centro culturale dei tartari con un concerto di musica tradizionale”.
Il clima di dialogo favorisce anche le relazioni tra diverse religioni: “Insieme ai leader ortodossi, ebrei e cristiani armeni, partecipo ogni anno, in qualità di rappresentante religioso della chiesa cattolica in Uzbekistan, alla festa di fine Ramadan organizzata dalle autorità islamiche. Inoltre, abbiamo un rapporto privilegiato con gli altri cristiani. Per esempio, nei mesi scorsi a Fergana abbiamo preso parte a un momento di preghiera della comunità pentecostale, insieme ad altre 3 o 4 comunità della chiesa protestante”, conclude il frate conventuale.
In Uzbekistan, la presenza cattolica è costituita da cinque parrocchie, per un totale di circa 3.000 battezzati, distribuite tra Tashkent, Samarcanda, Bukhara, Urgench e Fergana, le città più importanti del paese. L'80% della popolazione uzbeka è di religione islamica, l'8% si riconosce nella Chiesa russo-ortodossa, mentre altri credi religiosi sono minoritari. (LF) (Agenzia Fides 21/8/2018)


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