ASIA/INDIA - Oltre 50mila firme per chiedere il rilascio dei 7 cristiani innocenti in Orissa

giovedì, 12 luglio 2018

Bhubaneswar (Agenzia Fides) - Mentre si avvicina il decimo anniversario dell'attacco ai cristiani avvenuto nell'agosto 2008 nello stato indiano di Orissa, la campagna di firme online che chiede la liberazione di sette cristiani innocenti, che da allora sono in carcere, ha oltrepassato il traguardo di 50.000 firme.
Ringraziando tutti coloro che hanno aderito alla campagna online su www.release7innocents.com, il giornalista e attivista cristiano Anto Akkara, che ha lanciato la campagna, ha chiesto un ulteriore sostegno, anche delle istituzioni e della società civile, per ottenere il sospirato rilascio di sette dei sette innocenti.
I sette cristiani - Bhaskar Sunamajhi, Bijay Kumar Sanseth, Budhadeb Nayak, Durjo Sunamajhi, Gornath Chalenseth, Munda Badamajhi e Sanathan Badamajhi - sono in prigione dal momento dell'omicidio di Swami Laxmanananda Saraswati, il leader induista assassinato nella notte del 23 agosto 2008. Quell'omicidio, attribuito falsamente ai cristiani, poi rivendicato dai Maoisti, fu il pretesto per generare l'ondata di violenza e i massacri sulla popolazione cristiana del distretto di Kandhamal, in Orissa.
Circa 100 cristiani sono stati uccisi, 300 chiese e 6.000 case cristiane saccheggiate e incendiate in una campagna di violenza che proseguì per settimane. Le masse indù - la maggior parte analfabete - furono istigate a vendicarsi. Un giudice del tribunale di primo grado ha condannato i cristiani accusati all'ergastolo per l'omicidio di Swami nel 2013 sulla base di una teoria complottista e di alcune testimonianze. A metà del 2015, due alti funzionari di polizia hanno testimoniato davanti alla Commissione di inchiesta giudiziaria di Kandhamal che le accuse dei testimoni erano false. Eppure, l'udienza sull'appello degli innocenti condannati pende ancora davanti all'Alta corte dell'Orissa, tribunale di secondo grado.
Il 3 marzo 2016 Akkara, che ha raccontato lo spargimento di sangue in Orissa, ha lanciato la campagna di firme online. Ogni firma online genera tre e-mail automatiche al Presidente della Corte Suprema dell' India, al Presidente dell'India e al Presidente della Commissione nazionale per i Diritti umani. L'autore ha svelato "la frode e la parodia della giustizia di Kandhamal" con il suo libro investigativo "Who Killed Swami Laxmanananda?", presentato a livello nazionale. E' ormai appurato, infatti, che furono i guerriglieri maoisti a uccidere il leader indù. La petizione online ha avuto un forte impulso dopo che, nell'autunno 2017, stata lanciata una speciale campagna di preghiera per i sette innocenti, diffusa in tutte le chiese in India. (PN) (Agenzia Fides 12/7/2018)


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