AFRICA/COSTA D’AVORIO - Depenalizzazione dell'aborto: regressione morale e politica

lunedì, 9 luglio 2018 vita umana   chiese locali   diritti umani   aborto  

Unicef

Abidjan (Agenzia Fides) – “Se i Vescovi ivoriani hanno già energicamente alzato la voce per dire No al disegno di legge sulla salute riproduttiva che ha l'obiettivo fondamentale di depenalizzare l'aborto e la procreazione medicalmente assistita, va sottolineato quanto sia grave vedere i nostri Capi di stato africani, in nome di una certa globalizzazione, diventare sempre più protagonisti di una cultura della morte che le multinazionali e le lobby internazionali vogliono imporci”. Il grido di denuncia pervenuto all’Agenzia Fides, sulla proposta di depenalizzare l’aborto in Costa d’Avorio, è di p. Donald Zagore, teologo ivoriano della Società delle Missioni Africane. “È davvero triste per l’Africa. Carestia, siccità, epidemie, rivolte, guerre fratricide, terrorismo, non hanno già abbastanza indebolito il nostro continente? I leader politici, che dovrebbero lavorare per il benessere di tutti, stanno invece amplificando la cultura della morte attraverso l'adozione di leggi che favoriscono un crimine come l’aborto. Legittimare l’aborto significa legalizzare un crimine”, insiste p. Zagore.
“Per la Costa d'Avorio, questo disegno di legge rappresenta una regressione morale e politica”, evidenzia il missionario. “Ogni bambino, nelle culture africane, è un dono prezioso di Dio. È portatore di speranza per un futuro migliore. Ecco perché, nonostante la povertà delle famiglie, non si rifiuta mai di dare il benvenuto a un bambino, anche se è il quindicesimo o il ventesimo”.
Urge fare appello alla responsabilità genitoriale a causa delle sempre più difficili condizioni di vita in Africa: “La distruzione della vita, in particolare degli esseri indifesi, non può essere legalizzata dalle istituzioni dello Stato. L’articolo 366 del Codice di diritto penale ivoriano prevede la difesa della vita, con una pena detentiva da 1 a 5 anni per chi pratica l’aborto più una multa da 150 mila FCFA (230 €) a 1.500.000 FCFA (2300 €). Il principio della difesa e conservazione della vita non è un fattore opzionale. Deve rimanere sostanzialmente l'obiettivo ultimo di ogni azione sociale e politica. Di fronte alla cultura della morte, sostenuta dai nostri leader politici, non taceremo, perché la vita merita di essere vissuta e per questo ci impegneremo affinché la morte non abbia l'ultima parola”, conclude p. Zagore. (DZ/AP) (9/7/2018 Agenzia Fides)


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