AMERICA/PERÙ - Attentato contro la polizia. Il Vescovo: “Difficile la pace in un'area dominata dai narcos”

sabato, 9 giugno 2018 politica   violenza   terrorismo   corruzione   diritti umani   società   gruppi armati  

Huancavelica (Agenzia Fides) - “L'attentato è avvenuto in un'area raggiungibile in tre ore di auto da qui, perché non ci sono strade buone. I poliziotti venivano dal paesino di Anco, sono stati attaccati con mitragliatori ed esplosivi”, spiega all'Agenzia Fides Mons. Isidro Barrio, Vescovo di Huancavelica, nella cui diocesi è avvenuto giovedì pomeriggio, 7 giugno, un attentato che le autorità hanno definito "terrorista" contro un'autopattuglia della Polizia. Morti i quattro sottufficiali a bordo. Si tratta probabilmente di un regolamento di conti legato al narcotraffico, come spiega il Presule. “Per svolgere la loro attività, i narcotrafficanti pagano i poliziotti, e quando alcuni di questi non accettano o non si accontentano e si oppongono, si vendicano. Succedono fatti come questi con frequenza nel VRAEM, ovvero la valle dei fiumi Apurimac, Ene e Mantaro” continua. “I protagonisti sono bande criminali e rimasugli del gruppo guerrigliero Sendero Luminoso. Ed è molto difficile per il governo catturarli, perché si nascondono nella selva oppure, come in questo caso, attaccano alle porte dell'Amazzonia, in una regione caratterizzata da grandi burroni e gole molto ripide”.
Mons. Barrio lamenta la gravità della situazione che pesa su tanti giovani della sua diocesi. “Chi non ha opportunità nella vita, spesso si lascia tentare dal denaro 'facile' della droga, perché dove c'è la droga ci sono tutte le opportunità che offre il denaro”, commenta con triste ironia. Fanno i “mochileros”: “Portano zaini ('mochilas') pieni di droga per 2.000 dollari, una ricompensa allettante per gente che non ha molto denaro, e che si lascia convincere”. Camminano per vari giorni in file formate anche da 100 ragazzi, in un rischioso percorso sul filo dei burroni e attraverso la selva, spesso bene armati. Se si incrociano con la Polizia, il fuoco incrociato è quasi sempre mortale per gli uni e gli altri. “Non di rado i 'mochileros' si ammazzano tra di loro”, per rivalità o altro, aggiunge. Mons. Barrio racconta di una parrocchia della zona, dove “non è raro l'anno in cui i due sacerdoti residenti seppelliscono 4, 5 o anche 10 giovani morti in quel modo. Mentre i 'pesci grossi' rimangono impuniti”, commenta con amarezza.
“È molto difficile che possa regnare la pace laggiù, in un'area con alta tossicodipendenza e dominata dai narcos”, osserva il Vescovo. La Polizia è un elemento deterrente ma, a volte, anche complice. “Ci sono anche ufficiali dei gradi più alti, persino generali, che per permettere a subordinati di trafficare, traendo i loro vantaggi. Questo rende molto più complesso frenare questa situazione. La gente che può sapere qualcosa non parla perché ha paura”, conclude.
Secondo Juan Carlos Bendezu, sindaco del comune del VRAEM di Llochegua, il 90% degli agricoltori del posto coltiva coca (del tutto legale, masticata, utilizzata per infusioni e contro l'effetto dell'altura) perchè molto più redditizia (se venduta ai narcos) rispetto al caffè e al cacao. “È un problema grave, ma si tratta dell'unica coltivazione che sostiene gli abitanti del comune. La coca si raccoglie 4 volte l'anno”, illustra, “mentre il caffè solo una volta, e il suo prezzo è molto basso”. (SM) (Agenzia Fides 09/06/2018)


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