AFRICA/CENTRAFRICA - Due presunti mercenari francesi ricercati dalla giustizia centrafricana per la strage nella chiesa di Bangui

giovedì, 7 giugno 2018 violenza  

Bangui (Agenzia Fides) - Ci sono “prove schiaccianti” sull’implicazione di due presunti mercenari francesi nella strage perpetrata il 1° maggio nella parrocchia Notre Dame de Fatima a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana (vedi Fides 2/5/2018). Lo afferma il Procuratore Generale Eric Didier Tambo.
Secondo l’alto magistrato centrafricano il massacro è stato commesso da uomini che fanno capo a Nimery Matar Djamous, detto “Force”, alla testa della principale milizia che controlla il quartiere PK5, dove vive la maggior parte della popolazione musulmana di Bangui, e che si trova non lontano dalla chiesa dove è avvenuto il massacro, il cui bilancio è di 26 morti, tra cui don Albert Toungoumale-Baba, un sacerdote centrafricano molto ben voluto dai fedeli.
Il Procuratore Generale ha dichiarato di aver emesso un mandato di arresto nei confronto di Djamous e due mandati d’arresto internazionali contro i due cittadini francesi, accusati di aver “aiutato, facilitato e istruito Djamous in atti di terrorismo che hanno preso di mira la chiesa di Nostra Signora di Fatima”.
I due cittadini francesi, Christophe Raineteau, alias Alpha, e Bernard Cousin, sono colpiti dagli stessi atti di accusa di Djamous, ovvero “terrorismo, omicidi, ribellione, incitamento all’odio”.
Tra le “prove schiaccianti” raccolte dalla giustizia centrafricana contro i due uomini, il Procuratore Generale ha citato “documenti, foto, registrazioni audio”.
Nel frattempo la Missione ONU in Centrafrica (MINUSCA) ha messo in guardia contro “la propaganda volta a destabilizzare le istituzioni democratiche del Paese riaccendendo deliberatamente le tensioni religiose e comunitarie con dichiarazioni prive di qualsiasi fondamento”. (L.M.) (Agenzia Fides 7/6/2018)


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