AMERICA/CILE - Papa Francesco: il “paradigma tecnocratico” produce un'economia “nemica del bene comune”

martedì, 16 gennaio 2018 papa francesco   indigeni   minori   abusi sessuali  

Diego Fares (@faresdiego

Santiago del Cile (Agenzia Fides) – Occorre trovare vie di fuga dal “paradigma tecnocratico che privilegia l’irruzione del potere economico nei confronti degli ecosistemi naturali e, di conseguenza, del bene comune dei nostri popoli”. E per perseguire questo intento “la saggezza dei popoli autoctoni può offrire un grande contributo”, perchè “da loro ossiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano”. Lo ha sottolineato Papa Francesco, nel primo discorso pubblico da lui pronunziato in occasione della visita apostolica in Cile, rivolto alle autorità civili e al corpo diplomatico accreditato presso il Paese latinoamericano. Nel Palazzo presidenziale La Moneda”, rispondendo al discorso di saluto rivoltogli dalla Presidente uscente, Michelle Bachelet, Papa Francesco ha sottolineato l'avanzamento compiuto negli ultimi decenni da Cile sul cammino della democrazia e dello sviluppo, dopo gli anni della dittatura militare. Un cammino disseminato di ostacoli e episodi turbolenti, che occorre proseguire nel segno di un patto tra le generazioni che aiuti ognuno a “far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti”. E a riconquistarle “ogni giorno”.
Citando Sant Alberto Hurtado, Pablo Neruda e e il rimpianto cardinale cileno Raúl Silva Henríquez (107-1999), il Papa ha richiamato l'importanza di coltivare la capacità d'ascolto, che “assume grande valore in questa nazione”, dove la pluralità etnica, culturale e storica esige di essere custodita da ogni intento di qualsiasi tentativo di partigianeria o supremazia, e che chiama in causa la capacità di mettere da parte dogmatismi esclusivisti, in una sana apertura al bene comune (che se non presenta un carattere comunitario, non sarà mai un bene)”. La capacità di ascolto – ha insistito il Papa – deve abbracciare tutti: i disoccupati, i popoli nativi, i migranti “che bussano alle porte di questo Paese in cerca di miglioramenti” Così come i giovani da proteggere “dal flagello della droga”, gli anziani e i bambini, “che guardano il mondo con gli occhi pieni di meraviglia e innocenza e si aspettano da noi risposte reali per un futuro di dignità”. A Tale riguardo, Papa Francesco ha espresso già nel suo primo discorso in terra cilena “il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato” ha detto il Papa riferendosi ai casi di abusi sessuali perpetrati da rappresentanti del clero cileno “perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”. (GV) (Agenzia Fides 16/1/2017).


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