ASIA/MEDIO ORIENTE - Il Patriarca di Mosca: l'intervento russo in Siria ha salvato i cristiani dal “genocidio”

lunedì, 8 gennaio 2018 medio oriente   chiese orientali   minoranze religiose   geopolitica   islam   terrorismo   jihadisti  

sportCafè24.com

Mosca (Agenzia Fides) – L'intervento militare della Russia nel conflitto siriano ha impedito il “genocidio” dei cristiani in quel Paese. E adesso, la Chiesa ortodossa russa si assumerà il compito di sostenere la ricostruzione delle chiese chiese siriane dis trutte, ma anche delle moschee e dei monumenti storici. Lo ha dichiarato Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, nella tradizionale intervista televisiva trasmessa sul canale Rossija 1 domenica 7 gennaio, nel giorno in cui i cristiani ortodossi russi hanno celebrato la solennità del Natale. Nell'intervista, soffermandosi sulla condizione e sulle recenti vicissitudini attraversate dalle comunità cristiane mediorientali, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha anche riproposto ricordi personali utili a dare ragione dell'approccio russo alle vicende mediorientali degli ultimi anni. “Nel 2013” ha raccontato tra l'altro il Patriarca russo “i capi delle Chiese ortodosse locali vennero a Mosca per celebrare il 1025esimo anniversario del Battesimo di Rus, e quando incontrarono Vladimir Putin, uno dei messaggi più forti fu proprio la richiesta che la Russia dovesse accettare di prender parte alla protezione dei cristiani in Medio Oriente. Sono lieto” ha aggiunto Kirill “che ciò sia accaduto, e grazie all'intervento della Russia, il genocidio dei cristiani è stato scongiurato". Il Capo della Chiesa russa ha confermato l'intenzione del Patriarcato di Mosca di contribuire al soccorso umanitario delle popolazioni mediorientali, e anche alla ricostruzione di “luoghi di culto, monasteri, monumenti, inclusi i monumenti musulmani e i monumenti storici”. Kirill ha anche riletto in parallelo le recenti vicende siriane e quelle legate alla caduta del regime iracheno di Saddam Hussein, mettendo in rilievo il loro impatto sulla condizione delle comunità cristiane locali. A giudizio del Patriarca russo, "Già nel 2014 era chiaro che i conflitti iniziati in Siria erano provocati da gruppi estremisti che, una volta raggiunto il potere, avrebbero eliminato la presenza cristiana in quel Paese. Ecco perché i cristiani hanno sostenuto attivamente Assad e il suo governo” tenendo conto che con lui “il Paese era dotato di un certo equilibrio di potere e, cosa molto importante, le persone si sentivano in sicurezza". In Iraq, al contrario, le vicende recenti hanno visto la drastica diminuzione delle comunità cristiane autoctone, radicate in quei territori fin dai tempi apostolici. "Durante il regime di Saddam Hussein” ha raccontato a questo proposito il Patriarca Kirill “ho visitato l'Iraq, compresa la parte settentrionale dell'Iraq. Ero a Mosul, visitavo gli antichi monasteri cristiani: Lì ho visto la devozione del popolo, ed erano tutti contenti di vedere che in un ambiente musulmano le chiese cristiane vivevano in sicurezza... Ora non è rimasto praticamente nulla, i monasteri sono stati distrutti, i templi sono saltati in aria, e questo poteva accadere in Siria”. (GV) (Agenzia Fides 8/1/2018).


Condividi:
medio oriente


chiese orientali


minoranze religiose


geopolitica


islam


terrorismo


jihadisti