AFRICA/CONGO RD - I laici cattolici promettono nuove manifestazioni di protesta

giovedì, 4 gennaio 2018 violenza   vescovi   persecuzioni  

Kinshasa (Agenzia Fides) - "Possiamo essere fieri di aver partecipato alla marcia del 31 dicembre 2017. Non possiamo più fare marcia indietro. I nostri figli ci guardano, il mondo intero ci guarda, la nostra coscienza ci interpella” afferma in una dichiarazione il Comité Laic de Coordination (CLC, organizzazione del laicato cattolico) che ha promosso la marcia del 31 dicembre repressa nel sangue in alcune città della Repubblica Democratica del Congo. Oltre che nella RDC manifestazioni analoghe sono state tenute dai congolesi espatriati a Dakar, Parigi, Bruxelles, Londra, Ginevra e in altre parti del mondo.
La CLC promette nuove iniziative tra qualche giorno dopo “aver dato degna sepoltura ai nostri compatrioti, morti per la patria, e di curare i feriti” per chiedere al Presidente Josesph Kabila una dichiarazione con il quale si impegna a non si candidarsi alla propria successione in conformità alla Costituzione, e l’applicazione effettiva, integrale e in buona fede dell’Accordo di San Silvestro (del 31 dicembre 2016). In particolare si chiede il rispetto dei seguenti punti: liberazione dei prigionieri politici; rientro dall’esilio degli oppositori minacciati d’arresto; fine della duplicazione dei partiti politici (ovvero la creazione di una falsa opposizione da parte della maggioranza presidenziale); liberazione degli spazi mediatici e in particolare della radio-televisione nazionale; riapertura dei media chiusi arbitrariamente; ristrutturazione della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) per ricreare fiducia tra l’elettorato e l’organismo che gestisce le elezioni; libertà per tutti di esercitare le attività politiche; utilizzare il calendario elettorale proposto dalla CENI per l’elaborazione un calendario condiviso.
Quest’ultimo punto deriva dal fatto che il 5 novembre la CENI ha presentato un calendario elettorale secondo il quale le elezioni presidenziali si terranno il 23 dicembre 2018. La decisione unilaterale della CENI ha suscitato forti critiche dell’opposizione (vedi Fides 6/11/2017) che vi hanno visto soprattutto un tentativo di Kabila per ridurre le pressioni degli Stati Uniti. Washington infatti attraverso la propria ambasciatrice all’ONU avevano minacciato che se le elezioni non avessero avuto luogo nel 2018, avrebbero tagliato il sostegno finanziario alla RDC. Il mandato di Kabila, al potere dal 2001, si è concluso nel dicembre 2016, la Costituzione gli proibisce di correre di nuovo, ma gli consente di rimanere in carica fino all'elezione del suo successore.
La violenta repressione della marcia organizzata dai cattolici congolesi è stata fortemente stigmatizzata dai Vescovi locali (vedi Fides 3/1/2018) che denunciano la profanazione delle chiese commesse dai militari e forse anche da mercenari di lingua inglese, secondo quanto riferiscono fonti di stampa congolesi. (L.M.) (Agenzia Fides 4/1/2018)


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