AMERICA - “La vita per l'Amazzonia”: il sacrificio dei martiri per la sopravvivenza dei popoli indigeni

sabato, 30 dicembre 2017 indigeni   laudato si'   amazzonia   sinodo dei vescovi   evangelizzazione   martiri  

Quito (Ecuador) - La lotta per la buona salute del “polmone del pianeta”, dei popoli che lo abitano e delle sue immense ricchezze naturali, culturali e spirituali, è stata ed è tuttora fecondata dal sangue di martiri. Per sensibilizzare sull'urgenza di frenare la depredazione di risorse e la progressiva scomparsa dei circa 400 popoli indigeni che vivono nell'Amazzonia, è nata “La vita per l'Amazzonia”, una serie di 12 documentari su altrettanti missionari cattolici assassinati mentre accompagnavano, evangelizzavano e lottavano con gli indios per i loro diritti.
La vicenda di Mons. Alejandro Labaka (vedi Agenzia Fides 24/7/2017) cappuccino e vescovo spagnolo del vicariato apostolico di Aguarico nell'Amazzonia ecuadoriana, massacrato insieme alla religiosa colombiana Inés Arango, e quella del padre gesuita Vicente Cañas (vedi Agenzia Fides 5/12/2017) ucciso nel Mato Grosso (Brasile) sono oggetto dei primi due capitoli della serie prodotta dalla Rete Ecclesiale Panamazzonica (Repam) in collaborazione con "Signis ALC" (ramo latinoamericano e caraibico dell'Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione).
Ispirata dall'enciclica "Laudato Si" e in piena preparazione del sinodo straordinario per la regione panamazzonica, la serie “intende promuovere la formazione di catechisti, agenti pastorali e leader sociali interessati alla difesa e alla cura della Casa Comune e alla costruzione di una Chiesa con volto e spirito amazzonico”, recita la guida per l'uso didattico degli audiovisivi.
L'immensa foresta amazzonica copre il 40% del Sud America e è condivisa da Brasile (del quale occupa il 67 per cento del territorio), Perù, Bolivia, Colombia, Ecuador e Venezuela, oltre a piccole aree di Suriname, Guyana e Guyana francese. Vi abita circa un milione di indigeni di 400 popoli diversi per lingua e cultura, e la metà della biodiversità del pianeta.
I martiri dell'Amazzonia ritratti dalla serie “annunciavano un Dio fraterno, promuovevano la giustizia e cercavano una vita in pienezza per questi popoli” in un contesto di emarginazione, disprezzo per la loro vita e di sfruttamento senza scrupoli delle risorse naturali come petrolio, legname e terre fertili per l'agricoltura meccanizzata estensiva. Il progetto audiovisivo vuole amplificare la lezione delle loro vite, che insegnano “ad amare le culture, le tradizioni, le cosmovisioni, gli stili ed i ritmi di vita della gente dell'Amazzonia e a sostenere i loro processi di liberazione” dalla drammatica oppressione che li sta condannando a un lento genocidio. "Genocidio": una parola forte ma reale, che si ripete nelle denunce promossa da organizzazione indigene ecclesiali, come la stessa Repam, e anche da quelle civili, come "Survival" e "Servindi", di attivisti e parlamentari sudamericani. (SM) (Agenzia Fides 30/12/2017)


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