AMERICA/PERU’ - L’indulto a Fujimori destabilizza il paese, anche per i Vescovi è inopportuno

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L’indulto a Fujimori destabilizza il paese, anche per i Vescovi è inopportuno

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L’indulto a Fujimori destabilizza il paese, anche per i Vescovi è inopportuno

Lima (Agenzia Fides) – Sconforto e delusione, oltre ad una confusione politica, è il clima che regna in Perù dopo che, proprio la vigilia di Natale, il presidente Pedro Pablo Kuczynski ha informato sull’indulto all’ex-presidente Alberto Fujimori condannato e in carcere per "crimini contro l'umanità".
Il presidente Kuczynski era appena riuscito ad avere il sostegno del Congresso (78 voti a favore, 19 contrari e 21 astensioni) il 21 dicembre, per continuare il mandato presidenziale dopo essere stato accusato di corruzione ed incapacità morale dall'opposizione, guidata proprio dai figli di Fujimori.
Dinanzi alle minacce di manifestazioni e proteste, la Conferenza Episcopale aveva chiesto il 20 dicembre di “pensare al bene comune e alla democrazia”, evitando la violenza ma condannando sempre la corruzione (vedi Fides 20/12/2017).
La notizia dell'indulto a Fujimori sta causando numerose reazioni nell'opinione pubblica e fra i leader politici: il Ministro della cultura ha presentato le proprie dimissioni e molta gente è scesa in piazza per manifestare contro la "libertà regalata a un genocida", secondo diversi titoli della stampa locale. «No alla grazia» hanno urlato i dimostranti proprio il giorno di Natale, durante le proteste iniziate alla vigilia di Natale. La folla, il 25 dicembre, ha cercato di raggiungere l'ospedale dove Fujimori è ricoverato dal 23 dicembre per un abbassamento della pressione, ma è stata bloccata dalla polizia. Fujimori, 79 anni, è stato graziato per le sue precarie condizioni di salute, dopo essere stato condannato nel 2009 a 25 anni di carcere per crimini contro l'umanità.
La Chiesa cattolica ha invitato alla calma ma ha criticato duramente il modo come si è svolta la vicenda: il Vescovo della diocesi di Chimbote, Mons. Ángel Francisco Simón Piorno, ha sostenuto che il perdono all'ex presidente Alberto Fujimori è una decisione inopportuna che ha destabilizzato e sconvolto il paese. "Non è stato il momento giusto per perdonare Fujimori: il Perù è destabilizzato e in questa situazione arriverà Papa Francesco, quindi credo che la sua accoglienza non sarà la stesso nel bel mezzo di una crisi nazionale" ha detto il Vescovo.
Il Presule ha anche spiegato che le scuse di Fujimori devono essere più dettagliate e forti di quelle che l'ex presidente ha già presentato in un video trasmesso sui social network: deve scusarsi con le famiglie delle vittime di Barrios Altos, La Cantuta e El Santa, tra gli altri.
Anche il Vescovo della diocesi di Chiclayo, Mons. Robert Prevost, ha parlato del perdono all'ex presidente Fujimori e ha detto che dovrebbe scusarsi con ognuna delle vittime del suo governo, per entrare in un cammino di riconciliazione. "L'ex presidente Alberto Fujimori ha chiesto perdono in modo generico, riconoscendo in termini generali la sua colpevolezza e alcuni si sono sentiti offesi. Forse da parte sua sarebbe più efficace chiedere personalmente il perdono per alcune grandi ingiustizie commesse e per le quali è stato processato" ha detto Mons. Prevost alla stampa locale.
Il Vescovo ha anche chiesto ai manifestanti che rifiutano il perdono di esprimersi pacificamente nelle strade, senza insulti o violenze, in modo da non generare ulteriori divisioni.
(CE) (Agenzia Fides, 28/12/2017)


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