ASIA/FILIPPINE - Il governo dichiara i ribelli "terroristi"; le Chiese: urge riprendere il dialogo

sabato, 9 dicembre 2017 guerre   diritti umani   giustizia   ecumenismo   dialogo   politica   violenza   pace   forze armate   gruppi armati  

Manila (Agenzia Fides) - Le Chiese cristiane nelle Filippine invitano il presidente Rodrigo Duterte a tornare al dialogo con i gruppi ribelli di ispirazione comunista, deplorandone la definizione, imposta dal governo, di "terroristi": "Proprio mentre una parte significativa della nostra nazione guarda alla nascita di un bambino che regna come il 'Principe della pace' per i fedeli cristiani, apprendiamo la notizia che il presidente Rodrigo Duterte ha firmato un proclama che dichiara il Partito comunista delle Filippine (New People's Army) 'organizzazione terroristica", rileva un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides e firmato dall'Arcivescovo Antonio J. Ledesma, SJ, Co-presidente della Philippine Ecumenical Peace Platform (PEPP), forum di cinque tra istituzioni e gruppi ecclesiali: la Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP); il Consiglio nazionale delle Chiese nelle Filippine (NCCP); l'Associazione dei maggiori Superiori religiosi delle Filippine (AMRSP); il Consiglio delle Chiese evangeliche filippine (PCEC) e Forum episcopale ecumenico (EBF). La piattaforma promuove "una pace giusta e duratura" sostenendo il processo di pace tra il governo filippino e i gruppi ribelli.
La presa di posizione delle istituzioni cristiane filippine segue la Proclamazione n. 360, che ha ufficialmente concluso i colloqui di pace con il Fronte nazionale democratico delle Filippine (NDFP). Questo nuovo sviluppo, che prelude a un forte intervento è percepito come drammatico, in quanto solo un anno fa la pace sembrava vicina dopo i i negoziati tra il governo e l'NDFP, dopo due decenni di conflitto armato.
Il nuovo proclama, che etichetta i gruppi ribelli comunisti come "terroristi", avrà ripercussioni di vasta portata, soprattutto sui negoziati di pace che la Philippine Ecumenical Peace Platform ha sempre sostenuto e accompagnato.
"Come leader delle Chiese del paese, siamo turbati da questo annuncio e dall'escalation di violenza che sicuramente seguirà. Abbandonare il dialogo e affidarsi esclusivamente a mezzi militari potrebbe essere molto costoso, sia in termini di vite che di risorse. Un approccio militarista non farà altro che accrescere le fiamme del conflitto invece di affrontarlo veramente", afferma la dichiarazione della PEPP.
La Piattaforma invita il presidente Duterte a revocare i proclami e a riannodare il filo dei negoziati, per scongiurare una nuova guerra, richiedendo a entrambe le parti di dichiarare di osservare il cessate il fuoco in occasione del Natale.
"Mentre ci avviciniamo al giorno della nascita di Gesù Cristo, portatore di speranza, preghiamo e lavoriamo per una pace giusta e duratura, iniziando dall'invito a riprendere i colloqui di pace. Non ci stanchiamo di fare del bene; perché se non ci arrendiamo, verrà il tempo in cui raccogliamo il raccolto "(Galati 6: 9)", si legge nella dichiarazione delle istituzioni cristiane. (SD) (Agenzia Fides 9/12/2017)


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