ASIA/LIBANO - Hariri si dimette. Direttore delle POM libanesi: “E' come una dichiarazione di guerra"

sabato, 4 novembre 2017 medio oriente   chiese orientali   settarismi   geopolitica  

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Beirut (Agenzia Fides) – Il Premier libanese Saad Hariri ha annunciato a sorpresa le proprie dimissioni mentre era in Arabia Saudita, Paese dove era arrivato ieri,e dove stava compiendo la seconda visita in soli cinque giorni. L'annuncio delle dimissioni è stato dato dallo stesso leader sunnita libanese con un discorso trasmesso dalla tv satellitare al-Arabiya. Nel suo intervento, Hariri ha attaccato duramente il movimento sciita libanese Hezbollah – collegato all'Iran – e ha fatto intendere di temere un attentato contro la propria vita. “Il braccio dell'Iran nella
regione sara' tagliato" ha detto tra l'altro Hariri, riferendosi a Hezbollah.
Nominato primo ministro alla fine del 2016, Hariri guidava un governo di unita' nazionale formato da 30 membri, tra cui anche componenti di Hezbollah.
“In termini politici” spiega all'Agenzia Fides il sacerdote maronita Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Libano “le dimissioni di Hariri e le modalità con cui sono state comunicate appaiono come una vera dichiarazione di guerra. Si rimette in discussione l'equilibrio che si era creato in Libano dopo l'elezione del Presidente Aoun. Speriamo che per il Paese non si riaprano le porte del caos e della paralisi istituzionale”. Da un po' di tempo, spiega padre Rouphael, il Partito di Hariri dava segnali di insofferenza davanti alla prospettiva di andare alle elezioni politiche rispettando la scadenza fissata di maggio 2018, mentre Hezbollah insisteva sulla necessità di rispettare tale scadenza. In questo senso, la mossa delle dimissioni improvvise potrebbe anche essere legata a un calcolo elettorale, mirante a prendere le distanze dal governo di unità nazionale e a ripresentarsi come forza alternativa all'alleanza di partiti che comprende anche gli sciiti di Hezbollah. “Tutto si era bloccato intorno a Hariri” rimarca il sacerdote maronita “e lui non poteva più muoversi liberamente. Le sue dimissioni sembrano un tentativo di uscire dall'angolo, e di sottrarsi a chissà quali pressioni”.
Nei giorni scorsi, era stato ufficialmente reso noto l'invito ufficiale a visitare l'Arabia Saudita consegnato al Patriarca maronita Bechara Boutros Rai da parte di Walid Bukhari, incaricato d'affari dell'ambasciata saudita in Libano (vedi Fides 3/11/2017). La visita in Arabia Saudita – aveva fatto sapere lo stesso Bukhari – avrebbe dovuto svolgersi nelle prossime settimane, e il Patriarca Rai avrebbe incontrato anche Re Salman e il Principe ereditario Mohamed bin Salman. “Adesso” ipotizza padre Rouphael Zgheib – i nuovi sviluppi mettono a rischio quella visita. Una trasferta del Patriarca in Arabia Saudita, in questo momento, rischia di apparire come una scelta di campo, e questa non è certo l'intenzione dei Patriarca, che aveva già dichiarato di essere disposto a visitare l'Arabia Saudita per aprire nuovi ponti verso tutti. Il suo principale intento era quello pastorale e religioso, ma dalle nostre parti la religione si intreccia sempre con la politica. Adesso tutte le carte sono rimescolate, e ognuno si deve rifare i suoi conti”.
Saad Hariri era stato ricevuto da Papa Francesco in Vaticano lo scorso 13 ottobre. (GV) (Agenzia Fides 4/11/2017).


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