AFRICA/NIGERIA - “Parlatevi per cercare la pace”: Mons. Kaigama esorta Fulani e Irigwe dopo il massacro di 29 persone

venerdì, 20 ottobre 2017 massacri   vescovi  

Juba (Agenzia Fides) - “Da più di due anni, lo Stato di Plateau ha goduto di una convivenza felice e pacifica (…) ma la pace è stata interrotta bruscamente dall'ondata di omicidi, nell’area del Bassa, tra i Fulani e gli Irigwe” denuncia Sua Ecc. Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos e Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, in un messaggio pervenuto all’Agenzia Fides. Nello Stato di Plateau, il 16 ottobre scorso almeno 29 civili, di cui molte donne e bambini, rifugiati in una scuola elementare, sono stati brutalmente uccisi da un gruppo di uomini armati che hanno preso d'assalto l'edificio.
“Gli attacchi sono avvenuti in concomitanza del raduno spirituale nazionale dei cattolici nigeriani tenutosi a Benin City per riconsacrare il nostro caro Paese alla Vergine e pregare per la pace, l'unità e la riconciliazione tra i nigeriani” ricorda l’Arcivescovo . “L'occasione ha segnato la conclusione del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917, quando il mondo stava sperimentando i terribili effetti della prima guerra mondiale” sottolinea l’Arcivescovo.
Ricordando il fallito tentativo di riconciliazione del governatore dello Stato di Plateau, Simon Bako Lalong, Mons. Kaigama sottolinea che “non è ancora troppo tardi” per cercare la pace, mettendo in evidenza i punti di contatto tra le due popolazioni.
“È un dato di fatto che molti Fulani parlano la lingua Irigwe e molti Irigwe parlano la lingua Fulani, a dimostrazione del lungo periodo di convivenza pacifica, ma gli eventi della settimana passata indicano che la convivenza pacifica, armoniosa e fraterna è stata gravemente ferita” afferma l’Arcivescovo. “Le due tribù che si offrono reciprocamente il ramoscello d’olivo è ciò che può ripristinare la normalità e la fiducia. La sepoltura il 16 ottobre a Nkiedonwhro di 29 persone dimostra che deve essere fatto di più da entrambe le tribù per affrontare il futuro comune con maggiore ottimismo”.
“I nostri pensieri vanno a tutti coloro che sono colpiti, rivolgiamo ferventi preghiere a Dio perché conceda loro la consolazione e la capacità di dire “mai più” alla distruzione di vite umane, di animali, prodotti agricoli, case e dei mezzi di sussistenza. I morti riposino in pace” afferma Mons. Kaigama.
L’Arcivescovo denuncia infine le responsabilità della forze dell’ordine nell’impedire i massacri: “È molto preoccupante che, nonostante la presenza di agenti di sicurezza, delle persone possono essere uccise in una scuola elementare dove si erano rifugiate, anche durante le ore di coprifuoco imposto dal governo locale” .
L’esercito sta rafforzando la propria presenza militare nell’area e addirittura l’aeronautica militare
sta dispiegando alcuni aerei da caccia per cercare di bloccare gli scontri. (L.M.) (Agenzia Fides 20/10/2017)


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