ASIA/PAKISTAN - Studio del Corano obbligatorio a scuola: più islam nella società

giovedì, 31 agosto 2017 islam   islam politico   minoranze religiose   libertà religiosa   scuola   istruzione  

Islamabad (Agenzia Fides) - Il senato del Pakistan ha approvato l'insegnamento obbligatorio del Corano nelle scuole pubbliche. Come appreso da Fides, il disegno di legge “Holy Quran Bill 2017”, presentato dal ministro dell'istruzione, è stato velocemente licenziato dalla Camera alta del Parlamento dopo che l'Assemblea Nazionale (la Camera bassa) lo aveva già approvato il 19 aprile scorso. Il testo obbliga tutte le istituzioni educative a disporre l'insegnamento del Corano per gli studenti musulmani, dalla classe prima fino alla 12a (cioè dalle scuole elementari fino alle superiori, per tutto il ciclo dell'obbligo).
Secondo gli obiettivi dichiarati nel disegno di legge, “occorre far comprendere il messaggio divino, assicurarne la diffusione nella società, incoraggiare la pace e la tranquillità, promuovere i valori supremi umani della verità, dell'onestà, dell'integrità, della costruzione del carattere, della tolleranza, della comprensione degli altri”. Inoltre, afferma una nota del governo, il disegno di legge aiuterà lo Stato ad adempiere alla sua responsabilità costituzionale poiché l'articolo 31, paragrafo 2, della Costituzione afferma che “lo Stato si adopera per rendere obbligatori gli insegnamenti del Sacro Corano e dell'Islam”.
Negli ambienti cristiani in Pakistan si nota che la disposizione è obbligatoria per gli studenti musulmani, mentre nessun programma alternativo è stato annunciato per gli studenti non musulmani. Nasir Saeed, avvocato cristiano e direttore dell’Ong “Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement” (CLAAS) nota a Fides: “Il provvedimento va nella direzione di rafforzare l'islamizzazione della società pakistana, e questo può fomentare intolleranza religiosa. Invece di promuovere la libertà di religione, il governo costringe i bambini a studiare il Corano. Inoltre questa legge potrà avere un impatto negativo sugli studenti non musulmani, in quanto molti potrebbero essere costretti a seguire quelle lezioni, se non c'è altra scelta, per non perdere punteggio e risultare svantaggiati nei voti scolastici”.
Interpellato da Fides, p. Inayat Bernard, Condirettore della rivista “The Christian View” e Rettore del Seminario minore di Santa Maria a Lahore, nota: “Siamo in una Repubblica islamica e non mi sorprende che i legislatori abbiano adottato tale provvedimento. In Pakistan, nella scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, sono già obbligatori, nel curriculum delle materie insegnate, gli studi islamici. Nelle scuole cristiane abbiamo numerosi docenti musulmani, dato che il 70% degli studenti che le frequentano sono di religione islamica. Ora si aggiunge lo studio specifico del Corano, che andrà insegnato in lingua araba. Ciò significherà trovare e assumere altri insegnanti, e questo non sarà facile per gli istituti cristiani. Inoltre, data la presenza di diverse scuole di pensiero nell'islam, potranno sorgere conflitti, all'interno del mondo sunnita, per l'attribuzione e la scelta dei docenti, senza parlare dell'effetto che questo può avere per gli allievi che sono sciiti. Insomma, il provvedimento sarà prevedibilmente foriero di forte conflittualità. Per quanto riguarda la vita ordinaria dei cristiani, non credo sorgeranno particolari problemi. Questa è la nostra condizione: viviamo in una repubblica islamica". (PA) (Agenzia Fides 31/8/2017)


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