ASIA/SRI LANKA - Appello dei Vescovi ai Parlamentari: “Non approvate la legge anti-conversioni!”

sabato, 30 aprile 2005

Colombo (Agenzia Fides) - Che vi sia grande preoccupazione e forti perplessità sulla legge anti-conversione è testimoniato dal fatto che i Vescovi dello Sri Lanka hanno avvertito il bisogno di indirizzare una lettera diretta ai Parlamentari, che saranno chiamati a votarla.
Nella missiva, giunta alla redazione di Fides, i Vescovi ricordano i diritti sanciti negli articoli 10 e 14 della Costituzione dello Sri Lanka, che assicurano la piena libertà di coscienza e di religione, la libertà di pensiero e di espressione.
I Vescovi si dicono rammaricati se in passato persone o gruppi hanno contribuito a creare pregiudizi e paure nei confronti dei cristiani, generando il pensiero che essi vogliano distruggere le antiche tradizioni, la cultura e la religione locale.
Ribadendo che nessuno può essere convertito con la forza e che una conversione è un evento che riguarda solo Dio e l’individuo, i Vescovi ripropongono l’istituzione di un Consiglio Interreligioso per esaminare a fondo la questione e chiedono di non approvare una legge in maniera affrettata. La lettera invita i Parlamentari a tener presenti due principi fondamentali: il rispetto della libertà di coscienza e di religione; la costruzione dell’armonia interreligiosa in Sri Lanka, ricordando che alcune parti del progetto di legge sono state definite “incostituzionali” dalla Corte Suprema, ma che questo fatto è stato ignorato dai promotori.
La lettera spiega che la cristianità esiste nel paese da molti secoli prima della dominazione coloniale e che i cristiani sono arrivati nel subcontinente indiano con l’apostolo San Tommaso nel I secolo d. C. Il cristianesimo, inoltre, ha dato un contributo alla causa dell’indipendenza dai colonizzatori britannici, ma sin dal 1960 ha subìto violazioni della propria libertà, come la nazionalizzazione delle scuole, l’impedimento a costruire edifici di culto o attacchi veri e propri a personale e strutture.
Questa situazione, dicono i Vescovi nella lettera, non aiuta certo l’armonia interreligiosa nel paese. E, con questa legge, la situazione potrebbe peggiorare.
Il testo conclude: “Vi chiediamo di considerare che la libertà di religione è parte integrante dell’intero complesso delle libertà come quella di pensiero, di coscienza, di parola, di espressione e di associazione. Vi chiediamo di votare contro questo provvedimento per preservare libertà, uguaglianza, fraternità”.
(PA) (Agenzia Fides 30/4/2005 righe 27 parole 272)


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