ASIA/TERRA SANTA - L'Amministratore apostolico Pizzaballa: sull'Università di Madaba abbiamo commesso errori

sabato, 4 marzo 2017 luoghi santi   chiese locali   università  

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Gerusalemme (Agenzia Fides) – La Quaresima è “un cammino di conversione” e “un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte”. Anche il Patriarcato Latin di Gerusalemme, in questo momento delicato della sua storia, è chiamato a un cambio di passo, a una ripartenza, dopo che “sono stati fatti degli errori che hanno ferito la vita del Patriarcato, finanziariamente ed amministrativamente, soprattutto riguardanti l’Università Americana di Madaba” . E' una lettera scritta con spirito di autentica parresia, quella che l'Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa OFM, Amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha appena rivolto a tutti i membri della diocesi da lui amministrata. Un messaggio, diffuso anche attraverso i media ufficiali del Patriarcato, che prende il titolo dalla seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (“Abbiamo questo tesoro in vasi di creta”), e che, all'inizio del cammino quaresimale, offre l'occasione all'Arcivescovo Pizzaballa di esporre con schiettezza alcune motivazioni che lo scorso 15 luglio hanno condotto Papa Francesco a nominarlo Amministratore apostolico. “Per 170 anni” si legge nella lettera di Pizzaballa “questo Patriarcato ha avuto un ruolo importante e lo ha ancora nella vita dei cristiani di Terra Santa. Le nostre parrocchie, le nostre scuole e molte altre nostre istituzioni hanno contribuito molto alla vita dei cristiani in queste terre e hanno rafforzato la nostra testimonianza a Cristo e alla Sua resurrezione dalla morte. Tuttavia, noi tutti sappiamo che la nomina di un Amministratore Apostolico, che non viene dal clero del Patriarcato Latino, è stata una decisione inaspettata, ed è arrivata come una sorpresa per molti. Questo ci porta alla conclusione che non tutto va bene. In effetti, sono stati fatti degli errori che hanno ferito la vita del Patriarcato, finanziariamente ed amministrativamente, soprattutto riguardanti l’Università Americana di Madaba. Abbiamo sbagliato in alcuni ambiti importanti, forse non concentrandoci abbastanza sulla nostra primaria missione: predicare il Vangelo e dedicarci alle attività pastorali”.
La vicenda a cui fa riferimento l'Arcivescovo Pizzaballa è quella della Università americana di Madaba (American University of Madaba, AUM), l'Ateneo affiliato al Patriarcato latino di Gerusalemme di cui Papa Benedetto benedì la prima pietra il 9 maggio 2009, e che fu inaugurata il 30 maggio 2013 alla presenza di Re Abdallah II. Alla fine del 2014, la Santa Sede era dovuta intervenire per farsi carico di problemi amministrativi e finanziari che avevano segnato la costruzione e l'avvio dell'istituzione accademica. Una Commissione ad hoc, istituita dalla Segreteria di Stato, aveva a sua volta affidato a un Comitato locale di amministrazione, presieduto dall'Arcivescovo Giorgio Lingua, Nunzio apostolico in Giordania, il compito di “seguire e coordinare da vicino, fino a luglio 2015, i lavori dell’Università”.
Sui problemi e le emergenze vissute dal Patriarcato Latino, l'Amministratore apostolico Pizzaballa si è voluto confrontare, a fine febbraio, con tutti i sacerdoti del Patriarcato. La lettera dell'Arcivescovo Pizzaballa contiene diversi riferimenti a quel confronto avuto con il clero del Patriarcato, svoltosi nella Casa della Visitazione delle Suore del Rosario a Fuheis, in Giordania, dove si sono avute “profonde e significative discussioni sul nostro amato Patriarcato, sulla nostra vocazione e missione, ma anche sugli errori che ci hanno portato ad una situazione critica, soprattutto finanziariamente”. L'Arcivescovo sottolinea che è arrivato “il momento di iniziare il lavoro di riforma, ricostruzione e rinnovamento in alcuni settori della nostra amministrazione, ma non solo”. Invita soprattutto a “concentrarci ancora di più sulle nostre attività pastorali”, richiamando la decisione di “aprire, per esempio, nuovi uffici diocesani per il lavoro pastorale che coordino ed unifichino il nostro servizio pastorale alla comunità”. “Noi, vescovi e preti del Patriarcato” riconosce l'Amministratore apostolico “siamo tra i peccatori che implorano la misericordia di Dio e chiedono la grazia della conversione. I nostri errori e i nostri giudizi erronei stanno chiaramente davanti ai nostri occhi, come dice il Salmista. Dobbiamo ammettere che siamo come vasi d’argilla spezzati. Ci è stato affidato tanto, ma nella nostra umana fragilità, abbiamo lasciato che molto di questo andasse perduto. D’altra parte, sappiamo che il Signore usa vasi fragili come provvidenziali strumenti nel Suo piano di salvezza”. (GV) (Agenzia Fides 4/3/2017).


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