ASIA/LIBANO - Espropri di terre disposti dal governo rischiano di fomentare conflitti confessionali

giovedì, 1 settembre 2016 settarismi  

bey3.com

Beirut (Agenzia Fides) – La possibile confisca di terreni di proprietà collettiva da parte dello Stato nei pressi del villaggio libanese di Aqoura (distretto di Jbeil) rischia di fomentare dissidi di carattere confessionale. La tensione intorno al tema sensibile del controllo delle terre da parte delle diverse comunità religiose che convivono in Libano è tornata a crescere dopo che il Ministero delle Finanze, guidato dallo sciita Ali Hassan Khalil, ha espresso l'intenzione di rendere operativo un decreto firmato nel 2015 che prevederebbe l'esproprio da parte dello Stato dei terreni di uso condiviso adiacenti ad Aqoura, villaggio abitato in maggioranza da cristiani maroniti, come alti villaggi e cittadine del distretto di Jbeil.
La vicenda, secondo alcuni analisti, rischia di innescare l'ennesima contesa con implicazioni confessionali sul controllo delle terre. Il potenziale conflitto è venuto alla ribalta martedì 30 agosto, quando alle autorità locali è stata notificata dal Ministero l'intenzione di trasformare in proprietà statale terreni di uso comune, finora considerati come appartenenti all'insieme degli abitanti del villaggio. Gli abitanti di Aqoura, rappresentati dall'avvocato Gaby Germanos, hanno presentato ieri al Consiglio di Stato una domanda di annullamento del decreto ministeriale. Mentre Naufal Daou, membro della segreteria generale della coalizione politica “14 marzo”, ha dichiarato all'agenzia al-Markaziya che l'esproprio rappresenta “una confisca dei beni dei cristiani da parte di un Ministro che ha superato le proprie prerogative”. Dal canto suo, l'ufficio stampa del Ministro Ali Hassan Khalil ha smentito che il decreto contestato abbia a che fare con i terreni di proprietà collettiva, affermando che la disposizione ministeriale mira solo a difendere da infrazioni e abusi i terreni che sono già di proprietà dello Stato.
In Libano, non è la prima volta che, anche in tempi recenti, sorgono frizioni di carattere confessionale intorno al controllo di terre e proprietà immobiliari. Nell'autunno 2013, un pressante richiamo a frenare l'uso improprio di terre appartenenti ai cristiani per costruire abitazioni destinate ai musulmani venne lanciato da Talal al-Doueihy, leader del Movimento “Terra libanese, Terra nostra” (vedi Fides 15/10/2013). L'appello denunciava in particolare il caso di Al-Qaa, un villaggio cristiano nei pressi di Baalbek, nella cui area ampi appezzamenti di terra erano stati acquisiti da musulmani – sciiti e sunniti - come terreno agricolo, per poi essere destinati all'edificazione di complessi residenziali da vendere a libanesi e a profughi siriani appartenenti alla propria comunità religiosa. (GV) (Agenzia Fides 1/9/2016).


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