ASIA/MYANMAR - Appello delle Ong al governo: affrontare la crisi dei Rohingya

venerdì, 22 aprile 2016 minoranze religiose   islam   politica   società civile  

Eu/Echo

Yangon (Agenzia Fides) - Affrontare la crisi della minoranza etnica dei musulmani Rohingya, che negli ultimi cinque anni hanno visto una drammatica escalation di violazioni dei diritti umani, segnata da repressione, discriminazione e violenza. E' l'appello lanciato da una rete di Ong al nuovo governo birmano. La nota ricevuta dall'Agenzia Fides è firmata, tra le altre, da associazioni come Christian Solidarity Worldide, Burma Action, Burma Campaign, Burmese Rohingya Organisation, Info Birmanie.
Il testo nota che 150.000 persone sono state sfollate e vivono in campi che, come descritto da alti funzionari delle Nazioni Unite, sono tra "le peggiori condizioni del mondo". Ben oltre 100.000 Rohingya hanno lasciato il paese di fronte alla crescente repressione, e migliaia sono annegati durante la fuga in barca.
L'Ong Human Rights Watch ha documentato violazioni dei diritti umani che rispondono alla definizione legale di "pulizia etnica" e "crimini contro l'umanità". I Rohingya sono stati privati del loro diritto di voto, esclusi dal recente censimento nazionale, ed è tuttora negato il loro diritto legale alla cittadinanza.
"Per decenni il governo militare della Birmania ha perseguito una politica di repressione e di impoverimento, nel tentativo di spingere il gruppo etnico dei Rohingya fuori dal paese" osserva la nota delle Ong. "Il nuovo governo guidato NLD deve affrontare enormi sfide. Tuttavia, data la gravità della crisi umanitaria e dei diritti umani, è necessario immediatamente un'azione coraggiosa e decisiva per risolvere tale questione". I quattro punti suggeriti dall'appello sono: porre fine ai discorsi che istigano all'odio; garantire l'accesso umanitario; riformare la Legge sulla Cittadinanza del 1982; avviare una indagine seria ispirata a criteri di giustizia e responsabilità. (PA) (Agenzia Fides 22/4/2016)


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