ASIA/INDIA - Aiutare il Presidente nella valutazione delle richieste di “grazia” dopo la condanna a morte

lunedì, 12 ottobre 2015 pena di morte  

Manifestazione pro pena capitale in India

New Delhi (Agenzia Fides) – In India, in 68 anni, sono state depositate 5.106 richieste di grazia, da parte di condannati a morte in via definitiva, e il 69% sono respinte. E’ auspicabile formare un team di esperti che assista il Presidente nel valutare le richieste di grazia. Lo chiede l’Asian Centre for Human Rights (ACHR), organizzazione con sede in India, che opera per la tutela dei diritti umani.
Nel recente rapporto “Lo stato delle richieste di grazia in India”, l’ACHR ricorda e sostiene la campagna per abolire la pena di morte per tutti i reati non connessi al terrorismo
Molti condannati a morte per altri reati, detenuti nel braccio della morte, hanno inoltrato richiesta per la grazia presidenziale. Tra il 1947 e il 2015 sono oltre 5.106 le domande depositate e 3.534 (il 69% circa) sono state respinte, mentre in 1.572 casi (il 31%) sono state commutate in ergastolo.
Dal momento in cui l’attuale presidente Pranab Mukherjee è entrato in carica (nel 2012), ha preso in considerazione 28 richieste di grazia, ma “spesso i detenuti non sono a conoscenza dei loro diritti e non vengono informati del fatto che hanno sette giorni di tempo per presentare la richiesta, a seguito della sentenza della Corte Suprema”. Rispettare le istruzioni e permettere a più detenuti di inoltrare la richiesta di grazia, darebbe maggiori facoltà all’autorità del Presidente, nonché contribuirebbe a salvare vite umane. Per questo l’ACHR auspica che un gruppo di esperti possa affiancare il presidente in questo ambito. (PA) (Agenzia Fides 12/10/2015)


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