Chiapas (Agenzia Fides) – "Sono molto addolorato e preoccupato per quanto sta accadendo a causa del malcontento per i risultati delle ultime elezioni, perché tutti vogliono un posto di potere nei comuni": con queste parole Sua Ecc. Mons. Felipe Arizmendi Esquivel, Vescovo di San Cristóbal de Las Casas, ha voluto esprimersi sui tragici fatti accaduti in questi giorni.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, un numeroso gruppo di oltre 1.500 indigeni di 3 comuni, aveva organizzato una marcia verso la capitale dello stato del Chiapas, Tuxtla Gutiérrez, venerdì 25 settembre. Volevano protestare contro la truffa delle ultime elezioni del 19 luglio e chiedere la liberazione di 3 indigeni incarcerati ingiustamente. Sabato 26 sono stati fermati dalla polizia in quanto avevano bloccato l'autostrada San Cristóbal-Tuxtla Gutiérrez. Gli scontri che ne sono seguiti hanno causato la morte di un poliziotto e il ferimento di altri sette.
Mons. Arizmendi Esquivel ha detto ieri, dopo la Messa della domenica: "La gente ha il diritto di lottare per quello che considera giusto, a manifestare e a chiedere, e anche ad esigere, perché non si possono mettere a tacere i giusti diritti. Ma mai con la violenza, con bastoni o pietre, e meno ancora con armi da fuoco". "Quello che non è accettabile in nessun modo - ha sottolineato ancora Mons. Arizmendi Esquivel - è la violenza, da qualunque parte essa provenga… non c’è solo la violenza repressiva, ma c'è anche la violenza offensiva, e ovviamente la violenza provoca violenza, e questo è un guaio".
(CE) (Agenzia Fides, 28/09/2015)