ASIA/GIORDANIA - La proposta giordana: archiviamo il termine “minoranza

mercoledì, 16 settembre 2015

Re Abdullah II


Amman (Agenzia Fides) – Per cercare soluzioni efficaci e durature ai conflitti e alle derive settarie che sconvolgono il Medio Oriente, conviene affrancarsi dal linguaggio e dalle logiche che interpretano la convivenza sociale come mero esercizio dei “rapporti di forza” tra comunità maggioritarie islamiche e gruppi religiosi minoritari, riaffermando il principio di cittadinanza come unica garanzia contro tutte le discriminazioni. La proposta, prefigurata da settori della società e della leadership politica giordana, è stata autorevolmente espressa anche nel contesto della recente Conferenza internazionale convocata a Parigi, su iniziativa dei governi di Francia e Giordania, per elaborare un piano d'azione in soccorso delle vittime delle violenze etniche e religiose in Medio Oriente.
Prima dell'apertura della Conferenza – che lo scorso 8 settembre ha visto la partecipazione di venti Ministri degli esteri, insieme a rappresentanti di organismi regionali e internazionali – il ministro degli esteri giordano Nasser Judeh ha spiegato che il titolo del summit, originariamente incentrato sulla protezione delle “minoranze religiose ed etniche”, era stato poi modificato, per concentrare l'attenzione sulla necessaria “protezione delle vittime della violenza etnica e religiosa'', senza far riferimento alla categoria della “minoranza”. Nasser Judeh ha anche fatto presente che in Giordania non si ricorre al termine “minoranze” per indicare le componenti della popolazione giordana che professano e seguono religioni diverse dall'Islam sunnita.
“In questo orizzonte, il 'Piano di lavoro di Parigi', prodotto operativo della Conferenza - riferisce a Fides padre Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and Media di Amman, che ha preso parte ai lavori come membro della delegazione giordana – rappresenta un contributo pieno di potenzialità, e delinea un approccio nuovo che può essere efficacemente valorizzato nel nostro Paese, dove si cercano di regolare i rapporti dei cittadini tra di loro e con le istituzioni statali, non sulla base delle categorie di 'maggioranza e minoranza', ma piuttosto sulla base del principio di cittadinanza, con i diritti e i doveri che da esso derivano”. (GV) (Agenzia Fides 16/9/2015).


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