ASIA/SIRIA - Scontri a Qamishli tra milizie curde e forze paramilitari pro-regime. L'Arcivescovo Hindo: inutili prove di forza

mercoledì, 17 giugno 2015

Qamishli (Agenzia Fides) – Negli ultimi giorni la città di Qamishli, nella provincia siriana nord-orientale di Jazira, è stata al centro di violente contese che offrono uno spaccato delle complesse dinamiche in atto nel conflitto siriano. A contrapporsi sono state in particolare le milizie curde e i cosiddetti gruppi di auto-difesa nazionale, considerati allineati con l'esercito governativo di Assad, ma che in realtà prendono spesso iniziative autonome per riaffermare la propria rilevanza e guadagnare posizioni di forza nell'area. Lunedì 15 giugno, proprio i gruppi di autodifesa nazionale – che puntano a ottenere vantaggi materiali nella situazione di conflitto e per questo, secondo fonti locali consultate dall'Agenzia Fides, non risultano in realtà impermeabili nemmeno alle infiltrazioni delle formazioni jihadiste, avevano preso il controllo di una prigione minorile e di una centrale elettrica della città, catturando anche un membro del Democratic Union Party, la formazione politica curda siriana legata al PKK.
In risposta, le milizie curde hanno messo in atto una controffensiva nella città, assumendo il controllo del direttorato dei trasporti, del palazzo della sicurezza militare e della stazione ferroviaria, e prendendo in ostaggio una ventina di miliziani delle forze di sicurezza nazionale. Durante gli scontri sono stati esplosi anche alcuni colpi di granata. La situazione si è poi lentamente e temporaneamente normalizzata, con la liberazione di tutte le persone prese in ostaggio da entrambe le parti.
“Questo episodio” commenta all'Agenzia Fides, Jacques Behnan Hindo, Arcivescovo siro-cattolico di Hassakè- Nisibi “conferma che la situazione in questa parte della Siria è complicata dalle inutili prove di forza messe in atto dai tanti soggetti operanti sul campo. Ognuno persegue interessi propri e proprie strategie di auto-affermazione. Negli ultimi giorni le milizie jihadiste che premevano su Qamishli sono state allontanate almeno 60 chilometri dalla città, ma le lotte tra varie fazioni frantumano il fronte di una possibile reazione unitaria davanti all'offensiva jihadista”. L'Arcivescovo siro cattolico riferisce all'Agenzia Fides che negli ultimi giorni sono stati rilasciati altri due anziani tra i più di 230 cristiani assiri presi in ostaggio dai jihadisti dallo scorso febbraio, aggiungendo che degli altri prigionieri non si hanno notizie certe. “Ci sono voci secondo cui alcuni di loro sarebbero stati portati a Raqqa e altri addirittura a Mosul, nelle roccaforti dello Stato Islamico” spiega mons. Hindo, “ma sono tutte indiscrezioni non verificate”. (GV) (Agenzia Fides 17/6/2015).


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