ASIA/SIRIA - A Damasco i cinque Patriarchi d'Antiochia: no alla disgregazione della Siria

martedì, 9 giugno 2015

Damasco (Agenzia Fides) – L'unica via da seguire per provare a uscire della crisi siriana è quella di una “soluzione politica”, accompagnata dall'impegno delle potenze globali e regionali a contrastare i jihadisti dello Stato Islamico, o perlomeno a sospendere ogni tipo di appoggio a loro vantaggio. Sono questi alcuni dei punti chiave contenuti nel comunicato diffuso dai cinque Patriarchi che portano il titolo di Antiochia al termine del summit che li ha visti riuniti lunedì 8 giugno a Damasco, nella sede del Patriarcato greco ortodosso.
La presenza nella capitale siriana dei cinque Patriarchi – il maronita Boutros Bechara Rai, il greco-ortodosso Yohanna X, il greco-cattolico Grégoire III, il siro-ortodosso Aphrem II e il siro-cattolico Ignace Youssef III – è stata accolta calorosamente dai cristiani di Damasco, che hanno affollato la parte della Città Vecchia tra Bab Tuma e Bab Sharqi, dove si trova il Patriarcato greco-ortodosso e sono concentrate molte altre chiese.
Nel comunicato finale, pervenuto all'Agenzia Fides, si ribadisce l'urgenza di contrastare ogni ideologia integralista con un'adeguata educazione religiosa, secondo la prospettiva – ripetono i Patriarchi – sostenuta anche dalla stragrande maggioranza dei musulmani. Nel documento si invitano i siriani a difendere l'unità della Siria e il loro diritto a “determinare liberamente il proprio avvenire, fuori da ogni ingerenza straniera”. Si ricordano anche i nomi dei Vescovi di Aleppo Boulos Yazigi (greco ortodosso) e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (siro ortodosso), elencati insieme a quello di padre Jacques Murad nella lista delle persone rapite di cui si è persa ogni traccia. I cinque Patriarchi orientali, tra le altre cose, condannano “i disegni razzisti e confessionali, estranei alla nostra cultura” che alimentano le campagne di pulizia etnico-religiosa messe in atto in varie aree del Medio Oriente.
Parole eloquenti vengono anche dedicate all'esodo dei cristiani dai Paesi martoriati da conflitti e derive settarie: “Noi non condanniamo quelli che scelgono di andare via” scrivono i Patriarchi “ma ricordiamo ai cristiani che l'essere saldi nella fede passa spesso anche attraverso molte tribolazioni”. (GV) (Agenzia Fides 9/6/2015)


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