AFRICA/MADAGASCAR - “Stiamo tornando al caos totale” dice un missionario dopo il voto per destituire il Presidente

mercoledì, 27 maggio 2015

Antananarivo (Agenzia Fides)- “La popolazione è sfiduciata, perché si ha la sensazione di tornare al caos totale che ha caratterizzato per anni la vita politica dell’Isola” dice all’Agenzia Fides don Luca Trengia, Direttore di Radio don Bosco del Madagascar, dopo che il Parlamento di Antananarivo ha votato una mozione per destituire il Presidente Hery Rajaonarimampianina, eletto nel gennaio 2014.
A votare a favore della destituzione del Presidente sono stati i deputati legati ai due ex Presidenti, Marc Ravalomanana e Andry Rajoelina, che si sono sfidati a lungo dal 2009 al 2014, dopo che il primo era stato estromesso dal potere dal secondo con un colpo di mano nel 2009. Ai loro voti si sono uniti i voti di diversi deputati della maggioranza presidenziale.
“La mozione di destituzione del Presidente è motivata dal fatto che questi non rispetta la Costituzione in diversi punti, inoltre non è stata ancora costituita l’Alta Corte di Giustizia, un organismo che sarebbe dovuto entrare in vigore entro un anno dall’elezione del Capo dello Stato” dice don Luca. Sarà comunque la Corte Costituzionale ad approvare il voto del Parlamento.
“A livello sociale - prosegue il sacerdote - si sono moltiplicati gli atti di delinquenza, il senso di insicurezza è generalizzato, al punto che non si può girare di notte. La popolazione è sfiduciata”. Una realtà che è stata denunciata dai Vescovi del Madagascar nella Lettera pastorale pubblicata il 13 maggio a conclusione della loro Assemblea. “Il popolo malgascio diffida della politica partitica, delle menzogne e delle promesse vane dei politici” affermano i Vescovi, che denunciano “i traffici illeciti di ricchezze naturali e il cambiamento della legge mineraria a profitto di una minoranza. Il regime attuale adora il dio denaro svendendo la nazione malgascia”. Secondo i Vescovi, diversi malgasci, non ricevendo protezione dallo Stato e nella vana speranza di proteggere i propri diritti, cadono vittima di “reti mafiose e di gruppi satanici”, mentre altri, di fronte al disastro della sanità pubblica, si affidano “a guaritori e a sette guaritrici”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/5/2015)


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