AMERICA/CILE - Se la Chiesa chiudesse i servizi sociali, "in Cile sarebbe una debacle”

sabato, 18 aprile 2015

Punta de Tralca (Agenzia Fides) – "Se domani la Chiesa cattolica chiudesse tutte le istituzioni sociali, in Cile sarebbe una débâcle", dichiara in una nota inviata a Fides l'Arcivescovo di Concepción, Sua Ecc. Mons. Fernando Chomalí, commentando l'ipotesi che il governo tolga il supporto finanziario all'ospedale dell'Università Cattolica e ad altre istituzioni sociali cattoliche. Il caso è sorto in quanto l'amministrazione dell'ospedale ha detto pubblicamente che si rifiuterebbe di rispettare la normativa in discussione, attualmente "progetto di legge" che, se venisse approvato, prevede l'applicazione delle pratica dell'aborto in tre casi.
Mons. Chomalí ha ribadito: "Chiedo francamente il governo di riconoscere l'immenso lavoro che ha fatto la Chiesa cattolica a favore della vita e della gente. Fino oggi, lo Stato non ha donato denaro alla Chiesa: quanto accade è che lo Stato riconosce che la Chiesa cattolica promuove opere sociali utili alla società e le gestisce nel modo migliore. Altrimenti non le avrebbe date in gestione", ha detto Chomalí riferendosi, in particolare, ai servizi sanitari.
La nota inviata a Fides da una fonte locale riferisce quanto ha detto l'arcivescovo di Concepción nel corso della 109a Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale che si svolge a Punta de Tralca e nella quale i vescovi del Cile si sono pronunciati contro il progetto di legge sull'aborto che, attualmente, è una pratica illegale nel paese.. (CE) (Agenzia Fides, 18/04/2015)


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