AFRICA/CONGO RD - Dubbi delle società civile sull’offensiva militare contro l’FDLR

sabato, 11 aprile 2015

Kinshasa (Agenzia Fides) - L’offensiva condotta dall’esercito della Repubblica Democratica del Congo (RDC) contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR) nel nord e sud Kivu (vedi Fides 25/2/2015), secondo fonti ufficiali, ha portato alla neutralizzazione di 185 membri delle FDLR. Tra questi, 118 sarebbero stati catturati e fatti prigionieri, ricorda una nota dalla Rete Pace per il Congo. Tuttavia, fonti civili hanno presentato “un bilancio del tutto diverso” afferma la nota inviata all’Agenzia Fides. “Secondo alcuni osservatori, per esempio, nel sud Kivu, le FDLR sono per lo più concentrate nel territorio di Mwenga, ma l’esercito ha iniziato le operazioni attaccandole più a est, sugli altopiani di Uvira, dove sono meno presenti”.
A proposito dei membri delle FDLR che i militari congolesi affermano di aver catturato, vari osservatori dubitano che siano stati fatti prigionieri tutti durante l’offensiva. Infatti diversi di questi "catturati" si sarebbero arresi in precedenza, già prima dell’inizio delle operazioni, e tra loro ci sarebbero anche dei semplici civili ruandesi.
Le avanzate dell’esercito congolese sarebbero più che altro simboliche perché, secondo diverse fonti, nella maggior parte dei casi, le FDLR sono fuggite dai loro villaggi e si sono ritirate nella foresta ancor prima dell’arrivo dell’esercito. I miliziani delle FDLR avrebbero optato per la strategia del ripiego temporaneo, evitando così lo scontro diretto con l’esercito. Inoltre le FDLR approfitterebbero del vuoto che, per mancanza di effettivi, l’esercito ha lasciato dietro di sé dopo la ripresa dei villaggi e ritornerebbero, qualche giorno dopo, nei villaggi da cui si erano allontanate.
Le FDLR sono costituite principalmente da piccoli gruppi mobili, abituati a mimetizzarsi tra la popolazione ed esperti conoscitori della foresta. Secondo diverse fonti, se l’offensiva dovesse protrarsi per molto tempo, l’esercito congolese potrebbe trovarsi in gravi difficoltà logistiche e tattiche, con il rischio reale di impantanarsi in una situazione di stallo permanente.
Per evitarlo, sul piano nazionale sarà necessario ricorrere ad altre misure complementari, quali il consolidamento dell’autorità dello Stato sul territorio, mediante il rafforzamento dei servizi di intelligence e del corpo di polizia, la lotta contro il commercio illegale delle risorse naturali (minerali, legname e carbone) che permette al gruppo di autofinanziarsi e l’adozione di misure concrete contro il traffico delle armi e le complicità di esponenti dell’esercito congolese con le FDLR. Sul piano internazionale, sarà necessario creare in Rwanda le condizioni che possano facilitare il rimpatrio dei membri delle FDLR, quali l’apertura dello spazio politico ai partiti di opposizione, la libertà di espressione, il rispetto dei diritti umani, l’indipendenza e l’obiettività della giustizia. (L.M.) (Agenzia Fides 10/4/2015)


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