ASIA/FILIPPINE - Crisi umanitaria a Mindanao, mentre è al Congresso la Legge sulla regione musulmana

sabato, 28 marzo 2015

Cotabato (Agenzia Fides) C’è una crisi umanitaria in corso sull’isola di Mindanao, nelle Filippine del Sud. Per questo urge un cessate il fuoco: è quanto chiede un forum di organizzazioni non governative e associazioni locali che, in una nota inviata a Fides, raccontano come prosegua l’offensiva dell’esercito filippino nella provincia di Maguindanao e Cotabato contro i militanti del gruppo “Bangsamoro Islamic Freedom Fighters” (BIFF). L’allarme giunge a un anno dall’accordo di pace siglato dal governo con il “Moro Islamic Liberation Front”, il 27 marzo 2014, che ora è all’esame del Congresso per la ratifica politica. L’offensiva dell’esercito è la risposta alla strage del 25 gennaio a Mamasapano, dove sono morti 44 poliziotti.
In circa un mese di intensi combattimenti, 139 militanti del BIFF sono stati uccisi. Ma vi sono gravi conseguenze sui civili: gli sfollati sono oltre 125.000, molti di loro senza alcuna assistenza umanitaria, mentre 63 scuole sono state direttamente colpite.
Alla situazione sul terreno è legato lo scenario politico. L’opinione pubblica è attualmente divisa. Secondo il presidente Benigno Aquino, “il paese è a un bivio”. La Legge fondamentale che istituisce la nuova regione autonoma musulmana “è il risultato di diciassette anni di intensi negoziati” e “il sacrificio di quanti hanno dato la vita per la pace sarebbe inutile se il Congresso non la approverà”. Di recente anche Cardinale Orlando Quevedo ha pubblicato una lettera aperta ai senatori e membri della Camera dei Rappresentanti per incoraggiarli a votare “sì” al testo di legge, definito “la speranza più significativa per raggiungere una pace giusta e duratura a Mindanao”. (PA) (Agenzia Fides 28/3/2014)


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