EUROPA/ITALIA - RAFFORZARE E NON ELIMINARE GLI ORGANISMI INTERNAZIONALI OGGI INADEGUATI A GARANTIRE LA GIUSTIZIA E LA PACE: MONS. MARTINO AL CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE ITALIANE

venerdì, 20 giugno 2003

Roma (Agenzia Fides) – Le attuali inadeguatezze degli organismi internazionali non debbono indurre a ridimensionarne l’importanza ma piuttosto a rafforzarli e renderli meglio rispondenti agli scopi originali: è la convinzione del Presidente del Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”, l’Arcivescovo Renato Raffaele Martino, espressa al Convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane, appena concluso ad Orosei (Sardegna). Tema del Convegno, svolto dal 16 al 19 giugno, era: “Scelte di giustizia, cammini di pace”. Vi hanno partecipato oltre 500 delegati provenienti da 180 diocesi. Nella giornata conclusiva, giovedì 19 giugno, il Presidente del Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace” ha presentato una relazione sul ruolo degli organismi internazionali nella promozione della giustizia e della pace.
Riferendosi agli attuali limiti ed inadeguatezze delle istituzioni internazionali, in particolare delle Nazioni Unite, presso le quali è stato Osservatore permanente della Santa Sede per 16 anni, mons. Martino ha espresso la convinzione che proprio tali limiti devono spingere a rafforzarle. “Ciò vuol dire – ha esemplificato Mons. Martino – adoperare con maggiore convinzione il principio di sussidiarietà; procedere con gradualità a riforme che valorizzino il multilateralismo; rapportare la struttura dell’ONU ai reali rapporti tra gli Stati, senza appiattirsi su di essi in modo da fotografarne staticamente la condizione attuale, ma senza nemmeno prescinderne irrealisticamente; sostenere e sviluppare una maggiore efficacia pedagogica degli organismi internazionali e delle stesse Nazioni Unite”.
Il Presidente di Giustizia e Pace ha messo anche in rilievo che il costante riferimento del Santo Padre all’ONU prima, durante e dopo la recente guerra in Iraq, non intende essere un avallo a come le Nazioni Unite sono oggi di fatto, alla loro attuale struttura, ai rapporti di forza che in esse si giocano in questo momento. “Vuole essere piuttosto – ha sottolineato Mons. Martino – un richiamo forte agli ideali che guidano l’ONU e che stanno alla base di ogni altro organismo internazionale, vuole essere anche un invito a rinvigorire un percorso di consolidamento delle relazioni internazionali che la guerra in Iraq ha compromesso, qualunque sia la valutazione etica e politica che si dà di tale conflitto”.
L’Arcivescovo ha inoltre messo in evidenza che “è il momento di mettere mano tutti insieme ad una sorta di ingegneria costituzionale dell’umanità, non dando vita ad un super-Stato mondiale ma piuttosto - come suggerisce la Pacem in Terris di Giovanni XXIII – continuando ed approfondendo il processo già in atto di costruzione partecipata di livelli trasparenti e articolati di autorità”. Mons. Martino ha concluso ribadendo che “Se si vuole che la pace non sia solo la conseguenza di una violenza impositiva (peraltro foriera di nuovi conflitti) e di lunghe ed estenuanti trattative (che restano spesso solo sulla carta), occorre che sia fatta sgorgare da valori effettivamente condivisi e vissuti”. (S.L.) (Agenzia Fides 20/6/2003 – Righe 34; Parole 443)


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