AMERICA/MESSICO - La Chiesa ricorda che anche le autorità devono rispondere alla legge del loro operato

lunedì, 15 dicembre 2014

León (Agenzia Fides) – Replicando al Presidente Enrique Peña Nieto, che pochi giorni fa aveva detto che la tragedia dei 43 studenti scomparsi ad Ayotzinapa “si doveva superare”, l'Arcidiocesi di León ha invece chiesto al Presidente di chiarire definitivamente il caso. Nell'editoriale del suo settimanale "Gaudium", l'Arcidiocesi evidenzia che quanto detto dal Presidente “è incompleto, e in realtà si dovrebbero prendere provvedimenti. Perché nella malaugurate tragedie del nostro paese, stranamente non c'è nessuno in prigione con un incarico medio o alto nella piramide di governo".
L'editoriale, pervenuto all’Agenzia Fides, aggiunge che i sentimenti derivati dal tragico fatto di Ayotzinapa hanno portato a manifestazioni e disordini in tutto il paese e, quindi, ad una paralisi parziale. "Delle tragedie come l'asilo ABC, Aguas Blancas, Casino Royal a Monterrey, e San Fernando, Tamaulipas, i responsabili sono rimasti impuniti e non ci sono dirigenti in carcere" si ricorda. Il testo ribadisce la volontà di non voler mandare in prigione tutti i governatori, ma di iniziare ad applicare la legge anche nella misura della responsabilità che una persona acquisisce con l’incarico che ricopre.
“Arrivano all’incarico attraverso una elezione popolare o sono invitati a lavorare in alcuni reparti, poi chiedono, e molti perfino esigono, buoni stipendi, molti benefici, mezzi di trasporto e persino guardie del corpo. Ma pochi sono veramente impegnati a dare i risultati ... " conclude l’editoriale.
In Messico, benché la situazione sia più calma, regna la diffidenza nei confronti delle autorità politiche. Il Presidente ha tracciato un bilancio dei suoi 2 anni di governo, ma i successi contro la delinquenza organizzata sono stati oscurati dal caso Ayotzinapa. (CE) (Agenzia Fides, 15/12/2014)


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