ASIA/INDONESIA - GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO 2003: ISTRUIRE I GIOVANI PROFUGHI DELLE MOLUCCHE, RICONGIUNGERE LE FAMIGLIE DIVISE A TIMOR, ASSISTERE LA POPOLAZIONE AD ACEH: LA MISSIONE DEL JRS IN INDONESIA

mercoledì, 18 giugno 2003

Yoyakarta (Agenzia Fides) - "Celebreremo la Giornata Mondiale del Rifugiato con attività di sensibilizzazione nelle parrocchie e nelle diocesi, promuovendo informazione sulle tragiche situazioni dei rifugiati in diverse aree dell'Indonesia. Forniremo ragguagli sul servizio che svolge il Jesuit Refugees Service (JRS), e indiremo una raccolta fondi che durerà fino ad agosto. Sarà soprattutto un'animazione dei giovani verso i giovani, che sono le persone più sensibili alla solidarietà, e ai quali questa Giornata è dedicata. Anche il nostro staff di volontari e operatori è composto per la maggior parte da giovani". Lo ha detto in un colloquio con l'Agenzia Fides il padre gesuita Yusuf Edi Mulyono, direttore del Jesuit Refugees Service in Indonesia, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno. "La missione dell'assistenza ai rifugiati è preziosa - ha sottolineato - perchè essi sono parte della famiglia di Dio. Sono le persone che, in seguito alle crisi politiche o alle guerre, vivono in condizioni disastrate, sotto gli standard minimi di dignità umana. E' nostro dovere aiutarli".
Il JRS, spiega il gesuita, ha diversi progetti per i rifugiati bambini e giovani: "Curiamo in particolare l'istruzione nei campi profughi. Ad Ambon, nelle isole Molucche, abbiamo aperto un centro di lettura, con una biblioteca, frequentata da ragazzi cristiani e musulmani. A Timor Ovest invece il lavoro più importante è ricongiungere le famiglie divise: vi sono almeno 500 bambini separati dai loro genitori, fra Timor Est e Timor Ovest".
Il JRS in Indonesia opera nelle diverse zone di conflitto o di tensione nel paese: Aceh (Nord Sumatra), Molucche, Timor. "Ad Aceh - spiega p. Mulyono - attualmente non possiamo entrare. Il governo ha imposto la legge marziale e vietato alle organizzazioni internazionali di accedere nell'area. Eppure vi sono già oltre 20mila sfollati interni, fuggiti dai villaggi per la violenza e in cerca di una sistemazione. Hanno bisogno di assistenza. Chiediamo con forza al governo di Giacarta di lasciarci entrare, mentre continuiamo a tenere desta l'attenzione internazionale e a lavorare in partnership con gruppi assistenziali locali, presenti sul posto".
Nelle isole Molucche la situazione si sta invece normalizzando: "Stiamo lavorando soprattutto per il ritorno e la riconciliazione fra le comunità che si sono scontrate. E' un processo lento, ma va avanti. Considerando che almeno 300mila persone fuggirono dalle Molucche nei tre anni di guerra civile (1999-2002), ora si tratta di ricostruire la fiducia fra i rifugiati, e convincerli che possono riprendere una vita normale nelle loro case. Assistiamo attualmente oltre 20mila sfollati, fra i quali 2.000 giovani in Ambon, Ceram e nelle isole vicine".
Altra situazione con un grave problema di profughi è quella dell'isola di Timor, dove oltre 100mila persone lasciarono la parte Est dell'isola verso l'Ovest, dopo il referendum che sancì l'indipendenza da Jakarta nel 1999 e i disordini che ne seguirono. P. Mulyono dice all'Agenzia Fides: "Vi sono ancora 25mila rifugiati a Timor Ovest che hanno paura delle vendette e non vogliono rientrare all'Est, dove sono percepiti come sostenitori dell'Indonesia. Il JRS provvede all'assistenza medica, all'istruzione e anche all'informazione sulla situazione all'Est. Ma il governo di Timor Ovest, che copre i costi del loro sostentamento, ha deciso di chiudere alcuni campi e non è chiaro dove i profughi verranno sistemati. Potrebbe essere un opportunità per convincerne alcuni a tornare a Timor Est. La prossima settimana mi recherò a Timor Ovest per parlare con le autorità locali, con i rappresentanti dell'Unchr e con il nostro staff per decidere il da farsi".
(PA) (Agenzia Fides 18/6/2003 lines 47 words 596)


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