AFRICA/CENTRAFRICA - Le proposte concrete dei leader religiosi centrafricani per riconciliare gli animi

martedì, 25 marzo 2014

Bangui (Agenzia Fides) - Creare delle “scuole di pace”, degli istituti pilota dove far studiare i bambini di ogni religione e dove sarà bandito lo spirito di divisione e di odio. È una delle proposte lanciate dai leader religiosi della Repubblica Centrafricana nel loro tour in Europa e negli Stati Uniti, per riportare la pace nel martoriato Paese africano, sprofondato nell’anarchia a seguito delle azioni degli ex ribelli Seleka e dei gruppi “anti balaka”.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, i tre rappresentanti della “piattaforma dei religiosi per la pace” (Sua Ecc. Mons, Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, il Pastore Nicolas Grékoyamé-Gbangou, Presidente delle Chiese Evangeliche, e l’Imam di Bangui, Oumar Kobine Layama) propongono inoltre la costituzione di centri sanitari misti che accolgano tutti, senza distinzione di religione o di etnia, “perché la guerra ha fatto danni terribili negli animi delle persone”.
I leader religiosi sottolineano che la prima fase della riconciliazione nazionale è quella della giustizia. “Occorre mettere tutti attorno ad un tavolo, dire no all’impunità, incitare i cittadini a farsi carico delle proprie responsabilità (restituendo quello che è stato rubato, per esempio)” afferma Mons. Nzapalainga.
Urge dunque trovare il modo di ritornare a vivere insieme, in un Paese dove buona parte della comunità musulmana è stata costretta alla fuga dopo la cacciata dei ribelli Seleka (in gran parte musulmani) da parte delle milizie “anti balaka” (spesso presentate come “cristiane” ma la situazione è un po’ più complessa, vedi 27/1/2014). “Questa crisi non è religiosa. È stata innescata dai banditi, dai militari e dai politici” ha ribadito l’Imam Kobine, che è ospitato, insieme alla famiglia, nella residenza di Mons. Nzapalainga. L’Arcivescovo di Bangui, che è anche Presidente della Caritas centrafricana, ha inoltre lanciato l’allarme sulla situazione dei musulmani che ancora risiedono in Centrafrica: “La loro vita è in pericolo. Potrebbe esserci un genocidio”.
Nel Paese ci sono almeno 600.000 sfollati accolti in campi profughi, nelle chiese e nelle moschee. Secondo notizie pervenute a Fides, nella sola capitale Bangui sono 59 i siti che accolgono gli sfollati. Caritas Internationalis ha lanciato un appello per raccogliere 1,2 milioni di euro per assicurare cibo, accoglienza e assistenza medica per coloro che sono nel bisogno. (L.M.) (Agenzia Fides 25/3/2014)


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