AFRICA/SUD SUDAN - Creare corridoi umanitari e coinvolgere la società civile nei negoziati: appello dei Vescovi est africani

lunedì, 27 gennaio 2014

Juba (Agenzia Fides)-Creare subito dei corridoi umanitari per soccorre le popolazione fuggite dai combattimenti nel Sud Sudan. È l’appello lanciato dall’AMECEA (Associazione dei Membri delle Conferenza Episcopali dell’Africa Orientale) in una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides. “La comunità internazionale sa che esiste un obbligo morale a intervenire per soccorrere il gran numero di persone la cui sopravvivenza è minacciata e i cui diritti umani sono seriamente minacciati” sottolinea il documento.
Nonostante il cessate il fuoco raggiunto ad Addis Abeba tra i rappresentanti delle due fazioni rivali dell’SPLM (Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese) che si combattono dal 15 dicembre, la situazione in Sud Sudan è ancora instabile. Il governo e ribelli si accusano a vicenda di diverse violazioni della tregua.
La dichiarazione dell’AMECEA sottolinea l’esigenza di “espandere il tavolo negoziale” coinvolgendo non solo il governo e i ribelli, ma anche tutte le componenti della società sud sudanese.
Si ricorda infatti che l’indipendenza del Sud Sudan “non è stato solo un successo militare. Sono stati i sud sudanesi come unico popolo che hanno lottato per la liberazione. Occorre quindi evitare la militarizzazione della gestione degli affari statali”.
“La Chiesa ha inoltre svolto un ruolo importante nella lotta per la liberazione nazionale” affermano i Vescovi che sottolineano come la maggior parte dei sud sudanesi abbia ricevuto il battesimo: un fatto che dovrebbe aiutare le popolazioni locali a superare le divisioni etniche e tribali. “Ammiriamo i forti legami ecumenici che esistono tra la chiese sud sudanesi, che in questo modo svolgono un ruolo profetico nell’unire il popolo sud sudanese” ribadiscono i Vescovi che concludono affidando il Paese all’intercessione della Vergine Maria, Regina della Pace e Regina dell’Africa.
L’AMECEA riunisce le Conferenze Episcopali di Etiopia, Eritrea, Kenya, Malawi, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia. (L.M.) (Agenzia Fides 27/1/2014)


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