EUROPA/SVIZZERA - LIBERARE L’UOMO DALLA POVERTA’, IMPERATIVO ETICO PER LA COSCIENZA UMANA: INTERVENTO DEL CAPO DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEL LAVORO

lunedì, 16 giugno 2003

Ginevra (Agenzia Fides) - “La povertà non è più una fatalità! Liberarne l’uomo è dunque un imperativo etico che si impone alla coscienza dell’umanità”: lo afferma, richiamando il Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno, il Capo-delegazione della Santa Sede, il Vescovo Giampaolo Crepaldi. Il Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace è intervenuto alla 91.ma Conferenza internazionale del lavoro, in corso a Ginevra, per iniziativa del Bureau International du Travail, sul tema: “Affrancarsi dalla povertà mediante il lavoro”.
Citando la “Centesimus Annus”, il Presule sottolinea che “bisogna abbandonare la mentalità che considera i poveri – persone e popoli – come un fardello… I poveri chiedono di mettere a profitto la loro capacità di lavoro per creare un mondo più giusto e più prospero per tutti. Il progresso dei poveri è una grande opportunità per la crescita morale, culturale ed anche economica di tutta l’umanità”.
Dopo aver ricordato l’impegno della comunità internazionale di ridurre della metà, entro il 2015, il numero delle persone che vivono in povertà estrema, Monsignor Crepaldi insiste – come ha evidenziato il Santo Padre nel Messaggio citato – sulla necessità di rispettare le promesse nei confronti dei poveri, pena il drammatico aumento delle loro sofferenze per la perdita di fiducia, con risultato finale della caduta di ogni speranza.
Il Capo-delegazione della Santa Sede non manca quindi di richiamare l’attenzione dei responsabili delle politiche del lavoro, a livello nazionale e internazionale, sul problema fondamentale della disoccupazione giovanile. La difficoltà del compito è evidentemente enorme, ma occorre al riguardo coniugare la grandezza degli obiettivi con il senso della realtà, puntando in particolare sulla necessità della partecipazione, modo concreto per ancorare il processo di affrancamento dalla povertà alla realtà locale. (S.L.) (Agenzia Fides 16/6/2003; Righe 22 – Parole 283)


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